EnergiaAxpo aiutata dallo stato, «nessun paragone con Credit Suisse»
hm, ats
30.3.2023 - 15:01
Non è giusto paragonare l'aiuto che ha ricevuto Axpo con quello di cui ha beneficiato Credit Suisse.
Keystone-SDA, hm, ats
30.03.2023, 15:01
30.03.2023, 15:13
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Lo sostiene Thomas Sieber, presidente del consiglio di amministrazione del colosso energetico, aggiungendo che la società (in mani pubbliche) continuerà a versare bonus – i media avevano parlato di milioni a testa – ai suoi dipendenti non di primissimo piano.
«Non si tratta certo di momenti grandiosi per un'azienda e per la dirigenza», ammette il 61enne in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ). Il gruppo nel settembre scorso – nei momenti concitati della crisi sul mercato elettrico europeo – aveva chiesto e ottenuto una linea di credito di 4 miliardi di franchi dalla Confederazione, soldi peraltro non ancora utilizzati.
«Ma non ci sono paralleli tra Credit Suisse e noi», prosegue. «Per Axpo si trattava di una temporanea penuria di liquidità. Questo denaro tornerà a circolare non appena consegneremo l'elettricità. L'unica somiglianza è che il governo federale ha agito molto rapidamente in entrambi i casi».
Gli aiuti statali «non sono certo la normalità»
Il manager con studi in economia all'università di San Gallo ammette che si assiste a un «certo accumulo» di eventi che potrebbero far pensare a un cattivo funzionamento dell'economia di mercato, ma a suo avviso gli aiuti statali «non sono certo la normalità». «Siamo molto contenti che la Confederazione abbia istituito questa linea di credito, ma finora non abbiamo dovuto toccare un solo franco», sottolinea.
«Per quanto ci riguarda, la situazione dello scorso autunno è stata assolutamente eccezionale. I prezzi a lungo termine sono saliti temporaneamente di 20 volte. Di conseguenza, le borse dell'energia elettrica hanno richiesto enormi garanzie, che rischiavano di superare le risorse di Axpo. Si è trattato di un cigno nero, cioè di un evento che non poteva essere previsto».
Dopo quanto successo si è abbattuta una tempesta mediatica sull'impresa, si rammarica il dirigente con trascorsi presso Orange (oggi Salt), HP e Fujitsu. «L'intera vicenda ha danneggiato la nostra immagine».
«Sui media si sono diffuse cifre esagerate»
Fino a quando rimarrà in vigore la linea di credito federale vige il divieto di versare bonus a membri della direzione e del consiglio di amministrazione. La proibizione non vale però nei confronti degli altri dipendenti. I media hanno parlato di retribuzioni degne di banchieri di Wall Street: il portale Inside Paradeplatz ha sostenuto che vi sono 15 trader attivi sul mercato dell'elettricità che hanno guadagnato più di 1 milione di franchi e singoli operatori che avevano diritto a 30-40 milioni. Per bocca di una portavoce l'impresa aveva affermato che gli importi a due cifre non erano corretti.
Nell'intervista odierna Sieber sostiene che «sui media si sono diffuse cifre del tutto esagerate», senza fornire peraltro ulteriori dettagli. Ma non ci si potrebbe aspettare – chiede il giornalista della NZZ – che il gruppo rinunci completamente alle gratifiche, sino a quando beneficia del sostegno dello stato? «Non spetta a noi valutarlo. Ci atteniamo ai requisiti del legislatore», risponde l'intervistato.
Gruppo con sede a Baden (AG), Axpo produce e distribuisce energia in Svizzera, in 30 paesi europei, del Nordamerica e dell'Asia. Ha più di 6000 dipendenti e gestisce oltre cento impianti elettrici (fra cui al 100% le due centrali nucleari di Beznau, entrate in funzione nel 1969 e 1971). Le radici dell'azienda risalgono a oltre 100 anni or sono, ma la società in se stessa è stata fondata nel 2001 ed è in mani interamente pubbliche: i proprietari sono diversi cantoni della Svizzera nord-orientale (ZH, AG, SH, ZG, GL) e le rispettive società elettriche.