Rincaro «Banche centrali ritoccheranno da 2% a 3% l'obiettivo d'inflazione»

hm, ats

17.5.2023 - 14:00

Il mondo della finanza - nella foto: la sede della Banca centrale europea (Bce) - potrebbe dover fare i conti ancora a lungo con l'inflazione.
Il mondo della finanza - nella foto: la sede della Banca centrale europea (Bce) - potrebbe dover fare i conti ancora a lungo con l'inflazione.
Keystone

L'inflazione è destinata a rimanere a lungo e fra qualche anno le banche centrali aumenteranno il loro obiettivo d'inflazione, portandolo dal 2% al 3%.

17.5.2023 - 14:00

Ne è convinto Charles Goodhart, celebre economista britannico con una lunga carriera accademica e presso la Banca d'Inghilterra (BoE).

«Gli istituti centrali ritengono che l'inflazione, una volta che le pressioni energetiche saranno scomparse dai dati sull'inflazione annuale, tornerà a essere molto bassa e i tassi d'interesse ne seguiranno l'esempio», afferma l'86enne in un'intervista pubblicata oggi da Le Temps. «Le banche centrali si sbagliano perché sottovalutano anche il giustificato desiderio dei lavoratori di recuperare la perdita di reddito reale subita negli ultimi anni».

«Gli stipendi rimarranno alti», si dice convinto lo specialista. «Entro il prossimo autunno, mi aspetto che i salari crescano più rapidamente dei prezzi, mentre le banche centrali prevedono che l'inflazione sarà inferiore al loro obiettivo del 2% nel 2024 e 2025. Io mi aspetto invece che il rincaro rimanga a livelli elevati, tra il 3,5% e il 4,5%».

E che dire della Svizzera?

«Dopo circa tre-cinque anni con un aumento dei prezzi intorno al 3% è probabile che gli istituti centrali adeguino il loro obiettivo di inflazione al 3%», prosegue l'esperto. Inoltre la sostenibilità del debito, soprattutto quello degli stati, sarà una delle principali cause di preoccupazione nei prossimi decenni.

E che dire – chiede il giornalista del quotidiano romando – della Svizzera? «Siete stati molto bravi», risponde l'esperto che dal 1968 al 1985 ha lavorato per la Banca d'Inghilterra, per poi passare alla London School of Economics. «Come inglese, sono invidioso. La Svizzera ha una moneta forte perché ha avuto politiche relativamente buone e per varie ragioni siete stati relativamente fortunati. Le vostre industrie non hanno dovuto affrontare la concorrenza massiccia della Cina o dell'Europa orientale o dell'Asia. Le vostre industrie non sono state delocalizzate su larga scala, il che ha permesso al paese di mantenere una base manifatturiera molto più ampia rispetto a molti stati che hanno sviluppato i servizi. Questo è uno dei grandi successi della Svizzera», conclude l'intervistato.

hm, ats