Ciclismo e consumi Dopo la grande penuria ora i magazzini sono pieni di biciclette

hm, ats

12.5.2023 - 19:00

Per molti la bicicletta è sinonimo di libertà.
Per molti la bicicletta è sinonimo di libertà.
Keystone

Dopo la penuria vissuta durante la pandemia, i magazzini traboccano ora di biciclette: è un buon momento per i compratori, riferiscono oggi l'Aargauer Zeitung e le testate ad essa legate.

12.5.2023 - 19:00

Sulla scia della crisi del coronavirus negli anni scorsi gli svizzeri avevano riscoperto il ciclismo, sia da strada che di montagna, con un occhio al movimento fisico, ma anche alla rapidità di spostamento e all'indipendenza in contesti urbani.

Questo ha portato a un boom della domanda, che si è sommato a catene di rifornimento già messe a dura prova dalle restrizioni mondiali legate al Covid. Le conseguenze sono state l'esaurimento delle scorte e lunghi tempi d'attesa.

La situazione è tornata alla normalità solo a metà del 2022 e a quel punto gli ordini arretrati sono stati smaltiti, in parte «come una valanga», spiega all'Aargauer Zeitung Velosuisse, l'associazione che riunisce fabbricanti, importatori, grossisti e commercianti del ramo.

«Le bici ordinate in primavera a volte sono arrivate solo in autunno, riempiendo i magazzini in un momento inopportuno», afferma Martin Platter di Velosuisse.

Le bici invendute «invecchiano» in fretta

Per i rivenditori non è stato facile. Alcuni hanno dovuto affittare strutture esterne per conservare le biciclette per l'inverno, «anche se molti ordinativi sono stati cancellati e quindi le esagerazioni del periodo Covid sono state corrette».

Il problema: le biciclette invendute non solo mettono a dura prova le finanze, ma rischiano anche di diventare obsolete quando i rispettivi modelli vengono adeguati alla nuova stagione.

Le prospettive per chi attualmente desidera acquistare un rampichino o una bici da corsa sono quindi favorevoli. «I magazzini sono pieni», dice Platter. Tuttavia, ci possono essere ancora tempi di attesa per i modelli più richiesti, come ad esempio le bici da corsa. «Questi vi sono sempre stati e vi saranno sempre».

I problemi ce li hanno i grandi rivenditori

Il settore comunque sta bene, osserva l'esperto. Alcune fluttuazioni sono parte integrante di un ramo che dipende per esempio anche dalla meteo. Il 60% dei commercianti è costituito da micro-aziende di una o due persone, che non generano grandi fatturati, ma che sono sicure e indipendenti.

«Per loro la situazione non è così grave», afferma Platter. «Hanno libertà, possono vendere le loro scorte e poi tornare a ordinare in modo oculato». La situazione è più difficile per le strutture di grandi dimensioni e con finanziamenti esterni. «Per loro le quantità degli ordini e i prezzi di acquisto sono più importanti».

Platter non è in grado di dire se ora partirà una grande battaglia a suon di ribassi. «Alcuni procederanno sicuramente a sconti per svuotare i loro magazzini», dice. «Altri li lasceranno pieni, ordineranno di meno e aspetteranno che la situazione si stabilizzi». Dipende dalla filosofia e dalle liquidità del rivenditore: dopo tutto i ribassi vanno sempre a scapito dei margini.

Gli sconti non sono nemmeno positivi per i clienti. «Per chi fa un affare è sicuramente ottimo», dice Platter. Per gli altri, che prima pagavano un prezzo più alto, è meno piacevole. Va anche considerata la grande perdita di valore che subisce la bicicletta, soprattutto se la si vuole rivendere in seguito come bici di seconda mano.

hm, ats