La borsa svizzera chiude la seduta di metà settimana praticamente invariata. L'indice dei valori guida SMI ha terminato a 12'525,69 punti, in flessione dello 0,03% rispetto a ieri, mentre il listino allargato SPI ha perso lo 0,11%, attestandosi a 15'859,44 punti.
19.01.2022, 17:44
19.01.2022, 18:18
SDA
Il mercato era alla ricerca di nuovi appigli, dopo la giornata chiaramente negativa di ieri. Partito in modo titubante, si è mosso a lungo in territorio negativo, per poi azzerare le perdite nel pomeriggio e perdere colpi nel finale. Come sulle altre piazze europee si è respirato un certo nervosismo, dovuto alla prospettiva di un rapido aumento dei tassi da parte della Federal Reserve americana: uno scenario che, con il passare dei giorni, assume contorni sempre più reali, considerata l'inflazione galoppante.
Diversi esperti cominciano a pensare che l'istituto non solo aumenterà i tassi di interesse in marzo, ma lo farà di 50 punti base, la stretta più importante degli ultimi 20 anni. «Inglobare uno scenario di tal tipo potrebbe far molto male al comparto azionario», ha commentato un operatore. Finora l'opinione dominante era che la banca centrale avrebbe proceduto a quattro aumenti di 0,25 punti percentuali.
Novità non rallegranti sono giunte anche dal fronte aziendale: le cifre pubblicate da alcune società negli Stati Uniti hanno deluso, cosa che ha avuto un effetto domino su altri valori. Sullo sfondo rimangono inoltre la pandemia e le difficoltà causate dalla variante omicron del coronavirus.
In Svizzera i riflettori erano puntati su Richemont (+5,15% a 141,00 franchi), salita a nuovi livelli record dopo aver presentato dati molto buoni riguardo alle vendite nel trimestre natalizio. Bene orientati si sono rivelati anche altri titoli particolarmente dipendenti dai cicli economici quali ABB (+1,43% a 34,00 franchi), Sika (+2,15% a 331,90 franchi) e Geberit (+0,43% a 647,80 franchi); si è smarcata Holcim (-1,66% a 50,80 franchi). In ambito tecnologico non ha convinto Logitech (-2,72% a 72,86 franchi).
Fra i bancari UBS (-0,51% a 17,66 franchi) si è difesa una volta ancora meglio di Credit Suisse (-1,52% a 9,06 franchi). Accenti diversi sono stati posti dagli assicurativi Zurich (+0,21% a 439,60 franchi), Swiss Life (-2,88% a 594,40 franchi) – penalizzata da un cambiamento di raccomandazione di Citigroup – e Swiss Re (-0,41% a 97,48 franchi). Nello stesso comparto finanziario ha rimbalzato Partners Group (+1,45% a 1328,50 franchi).
Ha cercato di trainare il listino Roche (+0,22% a 365,70 franchi), ma ben poco supporto è giunto dagli altri due pesi massimi difensivi, Nestlé (-1,81% a 120,16 franchi) e Novartis (-0,78% a 81,46 franchi).
Nel mercato allargato si sono mossi sensibilmente valori importanti quali Swatch (+2,59% a 297,00 franchi) – che ha indirettamente beneficiato delle cifre di Richemont – e Adecco (+3,05% a 50,38 franchi), su cui ha avuto un impatto un giudizio favorevole di UBS.