Il Ceo dell'aeroporto di ZurigoIl Ceo dell'aeroporto di Zurigo: «No alle quarantene, la gente deve viaggiare»
hm, ats
3.1.2022 - 11:00
Sì a regole anti-Covid, ma no alle quarantene, perché la gente deve poter viaggiare: è l'opinione di Stephan Widrig, presidente della direzione di Flughafen Zürich, la società che gestisce l'aeroporto di Zurigo.
hm, ats
03.01.2022, 11:00
03.01.2022, 11:10
SDA
«Viaggiare deve rimanere possibile», afferma il dirigente 49enne in un'intervista pubblicata oggi dal Blick. «È comprensibile che vengano posti requisiti riguardo a vaccinazioni, test e mascherine. La quarantena rende però quasi completamente impossibile viaggiare ed è sproporzionata in un momento in cui esistono altri approcci».
Secondo Widrig riguardo a Omicron sarebbe sufficiente effettuare un test quando si arriva in Svizzera da zone a rischio. «Mi appello al Consiglio federale affinché mostri proporzionalità, non imponga divieti di viaggio generalizzati e rinunci ad operare, almeno in relazione all'Europa, con una lista di quarantene».
«È giusto garantire un certo rallentamento degli spostamenti tra i continenti», prosegue il manager. «Ma all'interno dello spazio Schengen si deve poter viaggiare liberamente». A suo avviso pensare di poter operare con compartimenti stagni fra i vari paesi rappresenta una falsa idea: gli stati sono troppo interconnessi.
Nell'intervista il Ceo in carica dal 2014 parla anche della situazione economica di Flughafen Zürich, uno dei più importanti datori di lavoro della regione. Il 2021 si chiuderà di nuovo con una perdita, sulla scia di un'affluenza in netto calo rispetto al periodo pre-pandemico: i viaggiatori in transito nell'aeroporto sono stati circa 10 milioni, a fronte degli 8,3 milioni del 2020 e dei 31,5 milioni del 2019.
La società non è comunque a corto di denaro. «Abbiamo risorse finanziarie sufficienti per superare questa crisi», spiega Widrig, che lavora ormai da 22 anni per Flughafen Zürich. «Non avremo bisogno di aiuto statale nemmeno in un difficile 2022, a parte le indennità di lavoro ridotto».