Energia «L'offensiva solare non ha senso», lo dice un pioniere del settore

hm, ats

30.11.2022 - 17:01

Costruire pannelli in quota o risanare gli edifici negli agglomerati?
Costruire pannelli in quota o risanare gli edifici negli agglomerati?
Keystone

La cosiddetta offensiva solare cara alle aziende elettriche e al mondo politico, che prevede la costruzione di grandi impianti fotovoltaici in montagna, non ha senso.

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A dirlo è un pioniere dell'energia solare, Gallus Cadonau, che invita i promotori dei grandi progetti a scendere dalla loro torre di avorio e a puntare su un approccio da lui ritenuto ben più efficace: il risanamento energetico degli edifici.

«Vedo semplicemente che i politici e i grandi gruppi energetici stanno commettendo lo stesso errore che ho fatto io nei primi dieci anni del mio impegno», afferma in un'intervista pubblicata oggi, mercoledì, dalla Südostschweiz il fondatore e direttore dell'Agenzia solare svizzera, una ong che distribuisce fra l'altro premi a iniziative di primo piano nel ramo.

«Alla fine degli anni Settanta mi sono battuto per la conservazione del paesaggio e contro la costruzione di bacini artificiali, ad esempio nella piana della Greina. Allora per me era chiaro che l'energia solare era l'alternativa all'idroelettrico. Per un decennio mi sono concentrato troppo unilateralmente sul solare. Non ero assolutamente a conoscenza dell'importanza dell'isolamento termico e dell'aumento dell'efficienza. E questo si sta ripetendo a livello nazionale».

«Il calcolo è semplice»

«Il calcolo è semplice», argomenta Cadonau. «La Svizzera ha firmato l'accordo sul clima di Parigi. Dobbiamo quindi sostituire le fonti energetiche non rinnovabili entro il 2050. Allo stesso tempo, la popolazione vuole eliminare gradualmente l'energia nucleare. Dipendiamo ancora per il 75% dalle importazioni di energia elettrica. E intanto solo nel campo degli edifici sprechiamo l'80% dell'energia: oggi tutto questo va semplicemente perso».

Questo però si potrebbe evitare, e anche molto bene, sostiene l'intervistato. «I vincitori del Premio solare lo dimostrano ogni anno. Prendiamo un esempio di quest'anno, la Casa Vontobel a Poschiavo: persino in inverno produce quattro volte l'elettricità di cui ha bisogno».

Non è necessario costruire tutto a nuovo, si può puntare anche sulle ristrutturazioni. «Un altro esempio dalla nostra lista di premiati di quest'anno concerne uno stabile di sette appartamenti di circa 50 anni nel canton Argovia. Prima della ristrutturazione, il consumo energetico era di 137'000 kilowattora all'anno, ora è di 25'000 kWh. La casa stessa produce ben 78'000 kWh grazie al fotovoltaico. Abbiamo quindi un surplus di 53'000 kWh».

Non è vero che i risanamenti sono costosi

Secondo l'esperto non è vero che questo tipo di risanamenti siano cari. «Misure energetiche efficaci rendono la ristrutturazione più costosa solo del 5% circa. È un piccolo prezzo da pagare per l'indipendenza energetica. Questi investimenti in edifici ad alta efficienza energetica vengono ammortizzati dopo circa nove anni».

Il principio dovrebbe essere applicato a tutta la Svizzera. «Gran parte del patrimonio edilizio odierno spreca energia. Mi ripeto, l'80% dell'energia va semplicemente in fumo. Non capisco perché dovremmo costruire enormi centrali solari sulle Alpi solo per scaldare i piedi del buon Dio. Inoltre, un aumento dell'efficienza energetica, unito alla produzione propria attraverso il fotovoltaico, avrebbe il vantaggio di non dover trasportare l'energia dalle Alpi alle città. Non ci sarebbe quindi bisogno di nuove linee elettriche ad alta tensione».

Ma ha senso ora – chiede il cronista della testata grigionese – cambiare nuovamente rotta e puntare su una nuova tecnologia? «Nuova tecnologia? Mi scusi se sorrido. La casa passiva è stata proposta come possibile soluzione dai direttori cantonali dell'energia già nel 2003, tra l'altro sotto la guida dell'allora consigliere di stato grigionese e oggi consigliere agli stati Stefan Engler. La tecnologia è vecchia di 20 anni. Sono state raccolte sufficienti esperienze».

«Forse Putin ha più amici di quanto pensiamo...»

E allora perché non vengono utilizzate queste conoscenze? «Non dovete chiederlo a me, ma a coloro che stanno scommettendo sul modo sbagliato di uscire dalla crisi. Forse Putin e i suoi amici hanno più amici di quanto pensiamo... Magari è il caso che i politici scendano dalla loro torre d'avorio, guardino alle nostre tecnologie edilizie innovative e alla soluzione migliore per i proprietari, gli inquilini e le piccole e medie imprese. E questo sarebbe aumentare l'efficienza energetica».

Cadonau dice peraltro che non lotterà contro l'offensiva solare. «Non ho nulla contro questi progetti: semplicemente non sono necessari. E non potranno mai produrre abbastanza elettricità per rendere la transizione energetica un successo e raggiungere gli biettivi stabiliti dall'accordo di Parigi sul clima».

Quarant'anni or sono – ricorda il giornalista – la gente rideva quando parlava di energia, ora si aspetta di essere più ascoltato? «Forse il mio messaggio non sarà gradito. Come ho detto, anch'io ho seguito la stessa strada sbagliata per dieci anni. A questo proposito, sarebbe bello se i politici ripetessero questo errore per soli cinque anni», conclude lo specialista.