Perché Zermatt e non Zurigo?Globus auspica le aperture domenicali dei negozi a tappeto
hm, ats
10.11.2022 - 16:00
Perché i negozi possono rimanere aperti di domenica a Zermatt (VS), ma non a Zurigo? Se lo chiede Franco Savastano, numero uno della catena di grandi magazzini Globus, che reputa necessarie aperture a tappeto per aiutare il commercio al dettaglio.
Keystone-SDA, hm, ats
10.11.2022, 16:00
10.11.2022, 16:06
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«Abbiamo bisogno di vendite domenicali», afferma il manager in un'intervista pubblicata oggi, giovedì, dall'Aargauer Zeitung. «Altrimenti nei prossimi 15 anni avremo problemi reali, perché la clientela si sposterà all'estero. Si tratta di un processo strisciante. Basta guardare i centri delle città: si vedono già negozi vuoti ovunque. Nessuno vuole strade commerciali deserte. Per questo la politica deve reagire».
Per Savastano non si tratta di tenere le saracinesche alzate per 365 giorni all'anno e per 24 ore al giorno. «Ma una ventina di domeniche all'anno in cui saremmo autorizzati ad aprire sarebbe un inizio. Ad esempio in novembre, in dicembre, in agosto e a Pasqua. Molti comuni considerati in zone turistiche speciali ne beneficiano già, come Zermatt, Crans-Montana o St.Moritz. Perché non dovrebbe essere così anche nei centri di Ginevra, Zurigo e Lucerna? La domenica le strade sono piene di turisti che desiderano fare acquisti. Ma si trovano di fronte a porte chiuse».
«La domanda è grande tra i turisti, ma anche nei residenti»
L'ex direttore di Jelmoli non crede che aprire la domenica significhi semplicemente spostare i giorni in cui si realizza il fatturato. «No, non credo proprio. La domanda è grande già solo tra i turisti. Ma anche molti residenti fanno anche shopping spontaneo durante una passeggiata domenicale in città. La catena italiana di grandi magazzini Rinascente, che come noi appartiene al gruppo Signa, è aperta 360 giorni all'anno e la domenica è il secondo giorno di vendita più importante. E a Milano gli svizzeri sono il secondo gruppo di acquirenti».
Il dirigente è convinto che con 20 domeniche all'anno il giro d'affari di Globus salirebbe di almeno il 5%. E anche il personale sarebbe d'accordo. «Molti dei nostri dipendenti vorrebbero lavorare più domeniche perché così riceverebbero il supplemento festivo. I tempi e le abitudini di acquisto sono cambiati. Dopotutto, ciascuno di noi fa acquisti online anche di domenica. I nostri dipendenti non dovrebbero lavorare più a lungo: dovremmo invece assumere più persone».
Non è un semplice grido d'aiuto da parte di Globus?
Ma la richiesta avanzata ora – chiedono i cronisti – non è un semplice grido d'aiuto da parte di Globus, che ha ridotto in modo massiccio la rete di filiali? «Per niente», risponde l'intervistato. «Anche l'ente turistico zurighese sostiene l'idea. La liberalizzazione è essenziale per il commercio al dettaglio e quindi anche per la rivitalizzazione dei centri urbani».
Intanto Globus fa passi avanti sulla strada della redditività. «Saremo in zona utili entro la fine dell'anno. Il nostro comparto online è già redditizio. Nei prossimi anni investiremo 300 milioni di franchi, di cui 150 milioni solo in ristrutturazioni, come quelle di Zurigo, Basilea o Ginevra», sottolinea il Ceo, che si dice anche fiducioso per le vendite natalizie.
«Meno clienti acquistano per più soldi»
«Siamo passati da 42 sedi a nove e ci concentriamo sempre su un'unica idea: i grandi magazzini di lusso», aggiunge. «Stiamo registrando un aumento del fatturato, malgrado un'affluenza minore: ciò significa che meno clienti acquistano per più soldi», prosegue lo specialista in carica dal 2019.
«Il segmento dei prezzi medi è molto sotto pressione in Svizzera, sia che si tratti di hotel, supermercati o grandi magazzini. Ma poi ci sono gli alberghi a cinque stelle o i grandi magazzini di lusso come Globus e lì c'è più potenziale. Anche l'immigrazione ci aiuta. Oggi in Svizzera vivono sempre più persone che amano spendere per prodotti e marchi di qualità».
Non si tratta per forza di ricchi. «Guardate chi sono le tante persone che fanno lunghe code davanti ai negozi dei marchi di lusso. Molte giovani donne della Generazione Z oggi risparmiano per acquistare una borsa costosa da diverse centinaia di franchi, ad esempio. Ma poi conservano questa borsa per dieci anni, il che è anche più sostenibile», argomenta il manager.
«Sì, secondo i sondaggi il sentimento dei consumatori può essere negativo. Ma questo non si riflette ancora nei dati di vendita in Svizzera. Inoltre stiamo assistendo a un forte aumento del segmento premium e di lusso in tutta Europa», conclude Savastano.
Globus fa parte della più grande catena di grandi magazzini di lusso del mondo
Globus è stata fondata nel 1907 dal banchiere Heinrich Burkhardt quale società continuatrice del Webers Bazar, il primo grande magazzino zurighese, ideato sul modello parigino. Nei decenni successivi l'impresa si espanse in tutta la Svizzera e nel 1932 nacque (a scopo pubblicitario) il celebre personaggio a fumetti Globi. Nel 1956 fu creata anche la rete di piccole filiali Au Bon Marché (ABM), l'ultima delle quali è stata chiusa nel 2001. Dal 1997 al 2020 il gruppo è passato nell'orbita di Migros, che l'ha poi venduto a una joint venture costituita dall'austriaca Signa e dalla tailandese Central Group.
Da allora Globus – insieme a La Rinascente in Italia, Illum in Danimarca, KaDeWe in Germania e Selfridges nel Regno Unito – fa parte della più grande catena di grandi magazzini di lusso del mondo. Delle 42 succursali Globus del 2019, che comprendevano anche i negozi di abbigliamento maschile, rimangono nove grandi magazzini: tre a Zurigo e uno a testa nelle città di San Gallo, Berna, Lucerna, Basilea, Losanna e Ginevra.