Giustizia Ricchi non vanno in prigione in Svizzera, ci finiscono i ladruncoli

hm, ats

23.2.2024 - 19:00

Chi può permettersi una difesa eccellente parte in tutt'altra condizione di chi non ha i mezzi per pagarsi un buon avvocato.
Chi può permettersi una difesa eccellente parte in tutt'altra condizione di chi non ha i mezzi per pagarsi un buon avvocato.
Keystone

Sono davvero tutti uguali davanti alla giustizia? In Svizzera i piccoli criminali finiscono dietro le sbarre più spesso degli imputati di casi di malavita economica che provocano danni per svariati milioni di franchi.

23.2.2024 - 19:00

«I dati mostrano chiaramente che in Svizzera si finisce in prigione molto più rapidamente per furto o rapina che per riciclaggio di denaro, corruzione o frode», afferma Daniel Fink, esperto di statistiche sulla delinquenza e sulla detenzione attivo presso l''Università di Losanna, in dichiarazioni riportate oggi dal Tages-Anzeiger (TA). Ciò è dovuto in parte al fatto che i piccoli criminali hanno maggiori probabilità di essere recidivi. Inoltre, più di un delinquente su due viene mandato in prigione perché non è in grado di pagare una multa.

Questa settimana ha fatto discutere l'annullamento della sentenza di primo grado nei confronti dell'ex numero uno di Raiffeisen Pierin Vincenz. Assai noto è anche il caso di Franz A. Zölch, giurista, funzionario sportivo e truffatore seriale, che dopo essere stato condannato a quattro anni e cinque mesi di carcere, ha ritardato la sua detenzione per quasi due anni con ripetuti ricorsi. I due casi sollevano una volta ancora una questione fondamentale: il sistema giudiziario elvetico tratta i sospetti criminali di alto livello con lo stesso rigore dei piccoli criminali con minori risorse?

Il quotidiano zurighese avanza tre casi eclatanti. Un funzionario della Segretaria di Stato dell'economia (Seco) ha intascato per anni tangenti per oltre un milione per l'assegnazione di contratti informatici, provocando un danno fino a 18 milioni di franchi. Condannato in prima istanza a 52 mesi da scontare, si è visto ridurre in appello significativamente la pena a 31 mesi, di cui solo 9 da passare dietro le sbarre. Il secondo caso concerne un gruppo di quattro uomini che ha sottratto alle FFS oltre 3 milioni di franchi con fatture false: il massimo della pena è stato 24 mesi con la condizionale. Il terzo concerne una vicenda di riciclaggio per oltre 60 milioni di dollari nell'ambito della corruzione di esponenti della compagnia petrolifera statale brasiliana Petrobras: in questo caso l'imputato ha usato oltre una ventina di conti bancari elvetici per lavare il denaro. Ma non è dovuto andare in prigione: il Tribunale penale federale ha approvato un accordo tra l'imputato e il Ministero pubblico della Confederazione, per una condanna a 16 mesi con la condizionale.

Altri possono solo sognare di ricevere un trattamento così amichevole, sostiene TA. Ad esempio un uomo che ha sottratto una banconota da cento franchi dalla borsetta di una donna in un ristorante di Winterthur (ZH) ha passato quattro mesi in carcere. Il nordafricano si è visto infliggere la pena detentiva senza aver visto un avvocato. A causa della mancanza di mezzi finanziari e di una precedente condanna per soggiorno illegale e piccoli furti, le condizioni per la condizionale non erano soddisfatte, ha scritto la procura.

Molti finiscono in carcere perché non hanno i soldi per pagare la multa, non perché non vogliono, è emerso in uno studio commissionato dal canton Zurigo. Uno dei coautori, il professore di diritto penale in pensione Martin Killias, in un saggio pubblicato nel 2021 ha sostenuto che la Svizzera ha una «sorta di diritto penale classista» in cui «la prigione è riservata alla classe più bassa». La classe media, invece, «difficilmente si confronta con il carcere».

Sulla stessa lunghezza d'onda è la professoressa di diritto penale Monika Simmler dell'Università di San Gallo. «I criminali benestanti vengono mandati in prigione molto raramente: e semmai solo in casi estremamente gravi», afferma in dichiarazioni al Tages-Anzeiger. Sono soprattutto gli stranieri o i tossicodipendenti recidivi a essere condannati a pene detentive brevi.

Esistono inoltre enormi differenze nelle possibilità di ritardare i procedimenti tra un richiedente asilo non difeso e un criminale con avvocati di prim'ordine, spiega Simmler. Uno dei suoi studi dimostra che il tempo necessario per una decisione di primo grado su documenti confiscati e sigillati per i reati dei colletti bianchi è tre volte superiore a quello necessario per i delitti di altre persone.

Secondo TA il fatto che la magistratura sembri applicare criteri diversi si può notare nel caso Vincenz anche da un altro punto di vista: la condanna in primo grado è stata annullata fra l'altro perché l'atto d'accusa non era stato tradotto in francese e di conseguenza un coimputato non l'avrebbe capito. Quando però un richiedente asilo si è opposto a un decreto d'accusa stilato in tedesco perché non era in grado di leggerlo il Tribunale federale ha stabilito nel 2019 che la mancanza di traduzione non era un motivo per annullare la condanna.

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