Processo AG: 18 anni a richiedente asilo afgano che uccise moglie

ATS

2.11.2017 - 12:58

Un cittadino afgano di 42 anni è stato condannato dal Tribunale distrettuale di Laufenburg (AG) a 18 anni di detenzione per l'assassinio della moglie. La donna di 30 anni fu uccisa il 4 novembre di due anni fa a Gipf-Oberfrick (AG) dal coniuge con 59 coltellate.

La sentenza non è ancora definitiva. L'avvocato della difesa, che al processo si è battuto per una condanna di massimo dieci anni per omicidio intenzionale, non ha ancora fatto sapere se intende fare appello.

La Corte ha seguito le richieste della pubblica accusa e ha obbligato l'uomo a versare riparazioni per torto morale di 50'000 franchi per ognuno dei tre figli. La figlia maggiore, che oggi ha 13 anni, e i due fratelli di 11 e 8 anni si trovavano a scuola nel momento del delitto. Dal giorno del dramma sono ospitati in un istituto.

L'uomo ha fatto valere durante il dibattimento diversi vuoti di memoria, dichiarando di essere malato. La perizia psichiatrica non gli ha tuttavia riconosciuto nessun disturbo e ha stabilito la sua totale imputabilità.

L'uomo non è reo confesso, ma le prove nei suoi confronti sono schiaccianti, ha sottolineato il presidente della Corte, Beat Ackle, annunciando la sentenza. "Non sapremo mai cos'è esattamente successo".

L'inchiesta ha tuttavia appurato che l'imputato la mattina del 4 novembre 2015 ha avuto l'ennesima lite con la moglie nell'appartamento di Gipf-Oberfrick. L'uomo ha strangolato la donna e ha afferrato un coltello da cucina con il quale l'ha colpita in tutto 59 volte. La vittima ha cercato di mettersi in salvo, fuggendo in giardino, dove un testimone ha visto l'uomo infierire su di lei mentre giaceva a terra.

Il presidente della Corte ha sottolineato che nel fissare la pena si è tenuto conto delle esperienze traumatizzanti che l'imputato ha avuto durante la sua infanzia in Afghanistan. Altrimenti la condanna avrebbe potuto superare i 18 anni. Non esistono tuttavia altre attenuanti.

I genitori e i tre figli sono arrivati in Svizzera nel 2011. La loro richiesta d'asilo era stata respinta, ma la famiglia ha ottenuto l'ammissione provvisoria a causa della situazione nel Paese d'origine.

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