Egitto Al via a Sharm el-Sheikh la COP27 per rilanciare la lotta per il clima

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6.11.2022 - 12:35

Il sole tramonta dietro l'International Congress Center prima dell'inizio della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27) del 2022 a Sharm El-Sheikh, in Egitto.
Il sole tramonta dietro l'International Congress Center prima dell'inizio della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP27) del 2022 a Sharm El-Sheikh, in Egitto.
EPA

La conferenza mondiale sul clima dell'Onu si è aperta oggi a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Cercherà di dare un nuovo impulso alla lotta contro il riscaldamento climatico e i suoi impatti, per i quali i Paesi del Sud chiedono compensazioni finanziarie.

6.11.2022 - 12:35

«L'Egitto non risparmierà alcuno sforzo», ha assicurato il capo della diplomazia Sameh Shoukry, che presiede l'evento. «Dobbiamo essere chiari sul fatto che, per quanto difficile possa essere il momento attuale, l'inazione equivale a miopia», ha dichiarato.

La 27esima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP27) riunirà per quindici giorni circa 200 Paesi, tra cui la Svizzera, al capezzale di un pianeta colpito dalle catastrofi: alluvioni storiche in Pakistan, ripetute ondate di calore in Europa, uragani, incendi, siccità, ecc.

Più di 120 capi di Stato e di governo sono attesi domani e martedì al vertice. Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis terrà un discorso domani pomeriggio.

Gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi di sempre

Gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi fra quelli registrati finora, alimentati da concentrazioni sempre crescenti di gas serra e dal calore accumulato nel mare. Lo rivela un rapporto dell'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo).

La temperatura media nel 2022 è di circa 1,15 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali (cioè la temperatura media del periodo 1850-1900), indica il rapporto «Stato del clima globale nel 2022» della Wmo, diffuso oggi in occasione dell'apertura della Conferenza Onu sul clima Cop27 a Sharm el-Sheikh, in Egitto.

Questo aumento delle temperature è dovuto all'aumento delle concentrazioni dei principali gas serra nell'atmosfera (anidride carbonica, metano, diossido di azoto). Questi gas hanno raggiunto livelli record nel 2021, e continuano a salire nel 2022.

Il caldo fa sciogliere le calotte polari e i ghiacciai, e provoca l'innalzamento del livello dei mari, che minaccia stati insulari e territori costieri. Inoltre, causa desertificazione ed eventi meteorologici estremi: migliaia di persone rimangono uccise, milioni sono private dei mezzi di sostentamento, condannate a fame, miseria e migrazioni. Caldo e disastri fanno poi proliferare una serie di malattie.

«Maggiore il riscaldamento, peggiore l'impatto - ha commentato il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas -. Abbiamo livelli così alti di anidride carbonica nell'atmosfera oggi che l'obbiettivo di 1,5 gradi (di riscaldamento rispetto ai livelli pre-industriali, n.d.r.) dell'Accordo di Parigi è a malapena raggiungibile».

Per Talaas «è già troppo tardi per molti ghiacciai, e lo scioglimento continuerà per centinaia se non migliaia di anni, con enormi conseguenze sulla sicurezza idrica». L'aumento di alcuni millimetri all'anno del livello dei mari significa «un aumento da mezzo metro a un metro in un secolo, e questa è una minaccia per milioni di abitati delle zone costiere e delle isole».

«Quelli meno responsabili del cambiamento climatico soffrono di più - ha concluso Talaas -, come abbiamo visto con le terribili alluvioni in Pakistan e la lunga e mortale siccità nel Corno d'Africa. Ma anche società ben preparate quest'anno sono state colpite dagli eventi estremi, come abbiamo visto per le ondate di calore e la siccità in larga parte d'Europa e della Cina meridionale».

In Africa 19 milioni alla fame per la siccità

La siccità nel 2022 ha ridotto alla fame 19 milioni di persone nell'Africa orientale, mentre le alluvioni hanno ucciso 1.700 persone in Pakistan e hanno costretto quasi 8 milioni a lasciare i loro villaggi. Sono queste le conseguenze più gravi del riscaldamento globale quest'anno, secondo il rapporto «Stato del clima globale nel 2022» dell'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), diffuso oggi in occasione dell'apertura della conferenza annuale dell'Onu sul clima, la Cop27, a Sharm el-Sheikh in Egitto.

Nell'Africa orientale, le piogge sono state sotto la media per quattro stagioni consecutive, il periodo più lungo in 40 anni, e ci sono indicazioni che anche l'attuale stagione sarà secca. Fra 18,4 e 19,3 milioni di persone erano in situazione di crisi alimentare prima di giugno 2022 in Kenya, Somalia ed Etiopia.

Piogge da record a luglio e agosto hanno portato a vaste alluvioni in Pakistan. Ci sono stati almeno 1'700 morti e 33 milioni di persone colpite. Gli sfollati sono stati 7,9 milioni. L'Africa meridionale, e in particolare il Madagascar, è stata colpita da una serie di cicloni all'inizio dell'anno. L'uragano Ian a settembre ha causato morte e distruzione a Cuba e in Florida.

Larga parte dell'emisfero settentrionale è stata eccezionalmente calda e secca quest'anno. La Cina ha avuto la più estesa e lunga ondata di calore da quando ci sono rilevazioni, e la seconda estate più secca mai registrata. Il fiume Yangtze a Wuhan ad agosto ha raggiunto il suo livello più basso mai registrato.

Larghe zone d'Europa hanno sofferto ripetuti episodi di caldo estremo. Il Regno Unito il 19 luglio ha registrato il suo record nazionale, con oltre 40 gradi per la prima volta. Il caldo è stato accompagnato da siccità e incendi. I fiumi europei, fra i quali il Reno, la Loira e il Danubio sono scesi a livelli critici.

In agenda i finanziamenti per i danni climatici

Alla COP27 sarà affrontato anche il tema del finanziamento dei danni già causati dai cambiamenti climatici, secondo l'agenda approvata all'apertura della conferenza mondiale sul clima a Sharm el-Sheikh, in Egitto.

I paesi poveri e vulnerabili, poco responsabili del riscaldamento globale ma molto esposti alle sue conseguenze, insistono da mesi affinché la questione dei danni sia ufficialmente inserita nell'agenda della COP mentre i Paesi ricchi sono stati molto riluttanti sulla questione.

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