Visibile fino al 25 agosto Cento anni del surrealismo al MCBA di Losanna

gsi, ats

11.4.2024 - 16:50

La nuova esposizione del MCBA, consacrata al surrealismo, si apre con una sezione dedicata agli scacchi.
La nuova esposizione del MCBA, consacrata al surrealismo, si apre con una sezione dedicata agli scacchi.
Keystone

La stagione surrealista prosegue al polo museale Plateforme 10 a Losanna. Dopo Photo Elysée e il mudac è il turno del Museo cantonale di Belle Arti (MCBA) di celebrare i 100 anni di una delle correnti maggiori del XX secolo.

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Visibile fino al 25 agosto, questa esposizione tematica – la prima dedicata al surrealismo a Losanna dal 1987 – presenta una sessantina di artisti attivi in tutti i settori, dalla pittura alla poesia passando dalla fotografia, dal collage, dalla scultura o dal video.

La prima parte è consacrata a figure storiche del movimento, a cominciare da Marcel Duchamp, che ricorre più volte nell'esposizione. Altre «star» del movimento sono presentate lungo tutto il percorso: non poteva mancare André Breton, autore del primo manifesto del surrealismo nel 1924, ma anche René Magritte, Max Ernst, Victor Brauner, Paul Eluard, Man Ray (protagonista anche a Photo Elysée) e Salvador Dalí.

Questa parte storica viene approcciata «sotto l'angolo del gioco che ha un posto centrale in seno al surrealismo», spiega ai media il direttore del MCBA e curatore della mostra Juri Steiner. Il gioco viene abbordato sotto i «suoi aspetti creativi e ricreativi, ma anche poetici e sovversivi in opposizione al lavoro», rileva.

Scacchi e giochi di carte

L'esposizione si apre quindi su una sezione dedicata agli scacchi, di cui i surrealisti, Marcel Duchamp in primis, erano ghiotti. Un gioco che corrisponde alla «rivoluzione ludica e cerebrale» voluta da questi artisti, sottolinea Steiner. «Jeu de Marseille» – una variante surrealista del gioco di carte -, dadi e «cadaveri eccellenti» figurano anch'essi fra i giochi che hanno ispirato gli artisti di questo movimento, e fungono da fil rouge alla mostra del MCBA. Questa si intitola tra l'altro «Surréalisme. Le Grand Jeu», dal nome di una rivista degli anni 1920.

La scenografia è volontariamente «molto classica», nota Steiner.

Nuove leve surrealiste

La seconda parte dell'esposizione, al piano superiore, dà la parola a otto giovani artisti contemporanei. Senza sconfinare nel neo-surrealismo, continuano a mettere in discussione «il confine tra il visibile e l'invisibile», cercando «nuove forme e nuove parole per descrivere un mondo in crisi», afferma Pierre-Henri Foulon, l'altro curatore della mostra.

Degli «echi» emergono anche fra i due piani dell'esposizione. Ad esempio attorno alla figura di Elise Müller – anche nota con il nome di Hélène Smith -, una medium e artista ginevrina che ha ispirato numerose figure del surrealismo del secolo scorso. La sua vita e le sue visioni sono al centro del lavoro di due artisti romandi, Maëlle Gross e Tristan Bartolini.