Ecco con quali proveDopo 135 anni forse risolto il mistero su chi fosse «Jack lo squartatore»
uri
23.7.2023
Per 135 anni, criminologi e storici si sono interrogati sull'identità del serial killer Jack lo Squartatore. Ora la pronipote di uno dei poliziotti che all'epoca lavorò sul caso sostiene di aver capito chi fosse.
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23.07.2023, 08:32
23.07.2023, 08:37
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Hai fretta? blue News riassume per te
Sono passati più di 130 anni dai famosi omicidi di Jack lo Squartatore a Londra, ma l'identità del serial killer è rimasta un mistero.
Una donna britannica ritiene di aver trovato nelle cartelle cliniche relative agli omicidi forti indizi su chi fosse l'assassino.
Le caratteristiche fisiche e il quadro clinico porterebbero a incolpare l'allora 35enne Hyam Hyams, produttore di sigari, che viveva nella zona in cui avvennero i delitti.
Il 31 agosto 1888, un cocchiere fece una scoperta raccapricciante: ritrovò il corpo squarciato di Mary Ann Nichols nel quartiere londinese di Whitechapel, avvenimento che segnò l'inizio di quella che è probabilmente la più famosa serie di omicidi della storia mondiale. L'assassino colpì almeno altre quattro volte nello stesso anno, uccidendo e mutilando varie donne.
All'epoca, qualcuno firmò una lettera di confessione inviata a un'agenzia di stampa con il nome «Jack lo Squartatore», nome che venne poi utilizzato per riferirsi al colpevole, che ancora oggi non è stato trovato.
Non sono mancate le teorie sulla possibile identità dell'assassino. Furono prese di mira varie persone, tra cui un noto pittore, un barbiere, un macellaio, un marinaio tedesco e persino il principe inglese Albert Victor, duca di Clarence e Avondale.
Somiglianze fisiche
La pronipote di un ufficiale di polizia coinvolto nell'indagine originale pensa di aver risolto il mistero. Sarah Bax Horton, che ha lavorato a lungo per il Ministero degli Esteri britannico, ritiene che dietro gli omicidi di Jack lo Squartatore ci sia Hyam Hyams, un produttore di sigari che all'epoca viveva nella zona.
Come riporta il quotidiano britannico «The Telegraph», Bax Horton ha analizzato le cartelle cliniche di Hyams. Da queste è emerso che i suoi tratti fisici corrispondevano alle caratteristiche che i testimoni dell'epoca avevano attribuito al colpevole.
Hanno descritto l'assassino come un uomo di poco più di 30 anni, robusto, con le spalle larghe e alto tra i 165 e i 173 centimetri. Notarono anche un braccio rigido e problemi nell'andatura.
Secondo Bax Horton, le osservazioni coincidono con i dati su Hyams, che era alcolizzato ed epilettico, che aveva aggredito la moglie e la madre ed era stato curato più volte in ospedali psichiatrici.
Conformità tra cartelle cliniche e rapporti dei testimoni
Inoltre, Hyams aveva 35 anni nell'anno degli omicidi, era alto 170 centimetri e, secondo la documentazione medica, non poteva piegare né estendere il braccio sinistro a causa di una frattura. Aveva anche un'andatura instabile.
Tutte le vittime di Jack lo Squartatore presentavano tagli e mutilazioni precise, il che ha fatto supporre che dovesse essere una persona con conoscenze chirurgiche. Questo sarebbe coerente con la tesi di Bax Horton, dato che Hyams era un fabbricante di sigari e quindi sapeva maneggiare coltelli affilati.
Secondo Bax Horton, all'epoca degli omicidi la salute di Hyams si deteriorò. Nel settembre del 1889 fu arrestato dalla polizia per reati minori e l'anno successivo fu ricoverato in un manicomio, dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1913. Questo spiegherebbe anche la fine improvvisa della serie di omicidi.
La follia omicida di pari passo con il declino fisico di Hyams
All'epoca, Hyams era già stato inserito nell'elenco dei sospettati, ma poi era stato rimosso. Non è stato facile identificare l'uomo come probabile colpevole perché è stato difficile ottenere i suoi dati biografici corretti, ha detto Bax Horton. Hyam Hyams «non è mai stato indagato a fondo», ha dichiarato al Telegraph.
L'escalation negli omicidi è stata parallela al declino della salute dell'uomo, ritiene Bax Horton. «Era particolarmente violento dopo le sue gravi crisi epilettiche, il che spiega la regolarità degli omicidi».