Criminalità Friburgo: rogo alla segheria d'origine dolosa

ATS

21.6.2019 - 11:55

I resti dopo l'incendio
I resti dopo l'incendio
Source: KEYSTONE/THOMAS DELLEY

L'incendio che un anno fa a Bulle (FR) ha gravemente danneggiato la segheria del presidente dell'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) e consigliere nazionale Jean-François Rime (UDC/FR) è «d'origine umana e verosimilmente intenzionale».

Lo indica in una nota odierna la polizia cantonale friburghese, precisando che l'autore (o gli autori) del rogo non sono stati identificati.

Lo stabilimento era già bruciato nel giugno del 2005 e anche allora gli inquirenti avevano privilegiato la pista criminale. Rime già allora sedeva alla Camera del popolo.

L'anno scorso le fiamme erano divampate attorno alle 19.45 del 27 giugno, si erano estese a vari capannoni e a un centro espositivo e congressuale adiacente, l'Espace Gruyère. Centosessanta persone che vi erano riunite per delle assemblee erano state sfollate preventivamente. Oltre all'Espace Gruyère, altri edifici attorno alla «segheria Despond» avevano subito «considerevoli» danni, ricorda il comunicato.

Il rogo aveva causato il ferimento di una persona: un autista di pullman 45enne aveva infatti subito ustioni di primo e secondo grado su varie parti del corpo nel tentativo di spostare il veicolo, parcheggiato nei pressi della segheria. Sul luogo erano intervenuti circa 250 tra pompieri e soccorritori.

Le indagini sono state condotte dal Ministero pubblico friburghese, in collaborazione con specialisti vodesi. Hanno permesso di escludere qualsiasi causa non umana all'origine del fuoco.

La sera stessa dell'incendio i primi elementi dell'inchiesta avevano fatto ritenere che un 21enne domiciliato nella regione fosse implicato nell'atto criminale. Fermato, era stato liberato il giorno seguente. Le indagini non hanno rilevato alcun elemento a suo carico.

La procura sospende l'istruzione ma è pronta a riaprire il caso qualora dovessero apparire nuovi aspetti.

Nel 2005 l'incendio era scoppiato poco prima delle 20.00 del 29 giugno. Non aveva causato feriti, ma danni ingenti. «Un atto involontario non può essere totalmente escluso, ma privilegiamo la pista criminale», avevano indicato gli inquirenti al termine delle indagini, all'inizio di febbraio dell'anno seguente. Anche allora l'eventuale piromane non era stato identificato.

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