Telelavoro Giappone, al vaglio l'introduzione di un visto per «nomadi digitali»

SDA

18.6.2023 - 08:33

Il sempre più diffuso fenomeno dei nomadi digitali sta spingendo il Giappone a creare appositi visti. (Immagine simbolica d'archivio).
Il sempre più diffuso fenomeno dei nomadi digitali sta spingendo il Giappone a creare appositi visti. (Immagine simbolica d'archivio).
Keystone

Il governo giapponese sta considerando l'introduzione di un visto speciale per i cosiddetti nomadi digitali, ovvero coloro che lavorano in remoto durante gli spostamenti in diverse regioni del mondo.

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Lo anticipa il giornale Yomiuri Shimbun, spiegando che sull'esempio di quanto avviene in Europa, dove un crescente numero di Paesi ha reso disponibili visti per questa nuove categorie di lavoratori itineranti, Tokyo spera di stimolare le spese per consumi tra i visitatori stranieri, creando al tempo stesso un ambiente conveniente e stimolante in cui i professionisti altamente qualificati possano soggiornare nel Paese.

Secondo la definizione più classica i nomadi digitali si dedicano a lavori che possono essere svolti ovunque su dispositivi digitali, come lo sviluppo di software o la progettazione di siti web. In base ai dati pubblicati dallo Yomiuri, si stima che nel mondo ci siano circa 35 milioni di nomadi digitali e la spesa annua di tali lavoratori è stimata essere di circa 110.000 miliardi di yen, poco meno di 702 miliardi di franchi.

Il Giappone ha un accordo di esenzione dal visto con 69 Paesi e regioni, ma il periodo di soggiorno è limitato fino a 90 giorni. Un recente sondaggio segnala che circa il 66% dei nomadi digitali rimane in un luogo per 3-6 mesi, e a questo riguardo il governo di Tokyo sta considerando di emettere un visto che consentirebbe un permesso di residenza per più di 90 giorni.

Alcune nazioni in Europa e America Latina hanno introdotto programmi di visto per nomadi digitali che consentono loro di soggiornare nei Paesi fra i sei mesi e i due anni.