Grigioni Inaugurato il «Ponte italiano» di Coira

ATS

28.10.2020 - 14:49

Lungo 77 metri e riservato a pedoni e a ciclisti, il nuovo «Ponte italiano» di Coira collega l'Obertor con il quartiere del Welschdörfli.
Lungo 77 metri e riservato a pedoni e a ciclisti, il nuovo «Ponte italiano» di Coira collega l'Obertor con il quartiere del Welschdörfli.
Source: Città di Coira

Oggi è stato aperto ufficialmente il nuovo ponte pedonale e ciclabile nel quartiere del Welschdörfli di Coira. Il nome – «italiano» – è anche un omaggio alla comunità italofona presente nella capitale dei Grigioni.

Il «Ponte italiano» è stato costruito per alleggerire il traffico nel quartiere del Welschdörfli (il «quartiere latino») e per garantire un passaggio migliore e più sicuro per pedoni e ciclisti da e verso il centro storico. Situato nei pressi dell'Obertor, la storica porta della città che permetteva di imboccare l'altrettanto storica «Strada italiana» verso il Passo dello Spluga e del San Bernardino, il ponte misura 77 metri. È stato costruito con 175 tonnellate di acciaio e 430 metri cubi di calcestruzzo e permette di attraversare in diagonale il fiume Plessur.

L'amministrazione cittadina comunica che «il risultato può certamente essere visto come opera ingegneristica e architettonica di tutto rispetto, e come nuovo punto di riferimento artistico di Coira».

Dedicato alla strada e alla comunità italiana

Sulla scorta di un concorso popolare, che ha visto la partecipazione di 850 cittadini che hanno inoltrato altrettante proposte di nome per il nuovo ponte, la decisione del municipio di Coira è caduta su «Ponte italiano». Il luogo coincide infatti con l'inizio della «Strada italiana» che raggiungeva l'Italia attraverso i passi grigionesi. Il Municipio ricorda però anche che «il nome vuole essere pure un omaggio alla comunità di lingua italiana che dagli anni Cinquanta e agli anni Settanta abitava proprio in quella parte della città. Vuole inoltre evidenziare che Coira è la capitale di una cantone trilingue, dove accanto al tedesco e al romancio non va dimenticata la lingua italiana.»

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