Cambiamento climatico La meteo non è più un argomento tanto innocente?

Marco Krefting, dpa/uri

21.10.2019

Nella serata del 25 giugno 2019, alcuni giovani si rinfrescano nel lago di Walen: la temperatura è salita fino a 39°C per via di un’ondata di calore. (archivio)
Nella serata del 25 giugno 2019, alcuni giovani si rinfrescano nel lago di Walen: la temperatura è salita fino a 39°C per via di un’ondata di calore. (archivio)
Marco Krefting, dpa/uri

Prima, nelle discussioni bisognava a ogni costo evitare di affrontare argomenti inerenti religione e politica. La meteo, invece, era un soggetto di conversazione sicura. Ma le questioni sul cambiamento climatico, Greta e i Fridays for Future hanno forse invertito la tendenza?

Un tempo cupo? Non è grave! L’estate indiana? Nessun problema! Una volta, tutti parlavano di meteo. Oggi, se non fate attenzione a ciò che dite, potreste ritrovarvi rapidamente al centro di una discussione sul cambiamento climatico, la compensazione di carbonio, la militante per il clima Greta Thunberg e le manifestazioni studentesche. La meteo non è più un tema così innocente?

«La sfera privata si politicizza sempre di più», secondo Anna Wagner, ricercatrice in comunicazione pubblica all’Università di Augusta, in Germania.

Come per l’alimentazione e la salute, i dibattiti pubblici sul tempo e sul clima si focalizzano sempre più intorno all’individuo: cosa può fare? Quali abitudini deve cambiare? «Anche i comportamenti individuali sono giudicati dai social media», assicura. I tabù potrebbero anche portare le persone con opinioni divergenti a non osare più esprimersi.

«Qualcosa è cambiato»

Anche Uwe Kirsche, del Deutschen Wetterdienst (DWD) ha la sensazione che il cambiamento climatico occupi sempre più le discussioni sulla meteo.

«Qualcosa è cambiato. La gente si chiede sempre più se gli eventi metereologici siano legati al cambiamento climatico», afferma. E spiega: «Si pongono questa domanda legittimamente.»

Al tempo stesso, oggi sono più informati. «I Fridays for Future hanno rilanciato la dinamica», dichiara Uwe Kirsche. Il DWD intende oggi seguire questa evoluzione e, a partire dall’anno prossimo, valutare più frequentemente il ruolo del cambiamento climatico nei fenomeni metereologici.

Anche il meteorologo e presentatore Sven Plöger percepisce quest’interesse crescente e riceve sempre più lettere da parte dei telespettatori, che gli chiedono di spiegare il cambiamento climatico.

«Mi domandano molto spesso: ciò che viviamo in questo momento è normale o è legato al cambiamento climatico? Perché quest’anticiclone o questa depressione sono stagnanti?», racconta.

«Noto con chiarezza che i telespettatori hanno l’impressione che qualcosa stia cambiando.» C’è molta incertezza nei dibattiti. Secondo lui, ciò potrebbe ugualmente essere dovuto al fatto che i temi scientifici sono generalmente poco accessibili.

Un fenomeno non così recente

Il futurologo tedesco Horst Opaschowski ha dimostrato che questo fenomeno non è nuovo. Nel 1994, scriveva a proposito dei fenomeni climatici estremi, come l’estate canicolare dello stesso anno, e il mese di maggio straordinariamente freddo del 1991: «Sempre più tedeschi provano una nuova paura: il timore della meteo. Questa sorta di fobia li porta a credere che il tempo non sia più normale.»

Sempre secondo lui, il XXI secolo sarebbe diventato l’era degli estremi. La popolazione percepisce i fenomeni metereologici estremi come dei «segni precursori del cambiamento climatico», scrive nel suo nuovo libro «Wissen, was wird». L’83% dei tedeschi condivide l’opinione che «il cambiamento climatico e i fenomeni metereologici estremi siano la più grande minaccia per il futuro.»

Le persone sarebbero anche più sensibili alle conseguenze a lungo termine: le famiglie con bambini, in particolare, si concentrerebbero principalmente sul benessere della prossima generazione e sarebbero le più preoccupate.

«Tutto dipende dalla persona con la quale si discute»

Non stupisce allora che le sagge discussioni sul meteo prendano una svolta altamente politica? Che ormai non si possa inveire contro il weekend piovoso o rallegrarsi dei prossimi raggi di sole senza un Donald Trump immaginario su una spalla e Greta Thunberg sull’altra?

Non è così grave, poiché tutti sono d’accordo nel dire che il meteo è sempre un buon tema di discussione. «Tutto dipende dalla persona con cui si ha a che fare», afferma la ricercatrice in comunicazione Anna Wagner. «Quando parlo del tempo con mia zia Erna, è completamente diverso rispetto a quando ne parlo con un collega che milita per la protezione del clima.»

Evitare gli argomenti che creano contrapposizioni

Il linguista Philipp Dankel dell’università di Basilea ritiene che sia possibile cambiare gli argomenti abituali di conversazione e stabilire più frequentemente nessi tra gli specifici temi di discussione e le questioni sociopolitiche. In particolare, «anche la cortesia gioca un ruolo importante»; potrebbe infatti portare le persone a parlare più facilmente di vacanze, «mentre su questa base, sarebbe complicato avviare una discussione sull’impronta di carbonio». O si può semplicemente evitare l’argomento. Anna Wagner aggiunge che «per preservare le relazioni sociali, alcune tematiche dovrebbero essere spesso accantonate».

Agnes Anna Jarosch del Deutscher Knigge-Rat afferma che «è assolutamente logico evitare gli argomenti spinosi durante le conversazioni», a meno che non si sappia che l’interlocutore ha la stessa opinione in merito.

Ciò può addirittura saldare le amicizie. «Tutti possono monitorare la direzione che prende una conversazione», stima Agnes Anna Jarosch. Coloro che non hanno voglia di discutere del cambiamento climatico possono affrontare dei discorsi più generali: «È interessante, ciò che succede nel mondo.» O evocare un tema attuale può riorientare la discussione, come la traversata di Greta Thunberg fino a New York: «A proposito di barca a vela, mi piacerebbe molto imparare ad andarci.»

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