Prosegue l'indagineConsegnata la scatola nera e 27 reperti del bus di Mestre, le chiavi della strage
SDA
6.10.2023 - 21:29
Il materiale da consegnare ai periti per ricostruire cause ed effetti dell'incidente del bus a Mestre è praticamente pronto, numerato e schedato.
06.10.2023, 21:29
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Tra gli investigatori si dice che «la strada parla». Nei 50 metri di cavalcavia «strisciati» dal mezzo sono stati individuati 27 elementi, tra segni delle ruote, pezzi di una porta, lo specchietto retrovisore sinistro, un bullone del guardrail. Tracce che sono state fotografate e digitalizzate.
Dalla scatola nera del bus è già stata estratta la scheda di gestione. Il telefono dell'autista, provvisto di due schede Sim, è stato acquisito e sono stati sentiti molti testimoni, finora una ventina.
È un'indagine che si preannuncia lunga, così come i tempi nei quali i consulenti tecnici riusciranno a fornire risposte alla procura. Non sarà facile la perizia sul guardrail, «appena avremo trovato il consulente idoneo» aveva detto il procuratore, Bruno Cherchi.
Soprattutto si attendono i primi responsi dell'autopsia sul corpo dell'autista della corriera, morto con gli altri passeggeri.
La causa un malore del conducente?
Fin dall'inizio, testimonianze e video delle telecamere poste sul viadotto, hanno portato a ipotizzare una causa principale: un malore del conducente, che avrebbe per questo perso il controllo del pullman, fino a farlo precipitare dal cavalcavia della Vempa. Su questo, però, bisognerà aspettare le comunicazioni del procuratore Cherchi, l'unico autorizzato a parlare.
Così in sua assenza, oggi, a palazzo di giustizia nessuno ha profferito verbo. Nemmeno il pubblico ministero (pm) Laura Cameli, titolare del fascicolo aperto per omicidio stradale plurimo. Che al momento, non avrebbe ancora indagati iscritti.
Sono diversi i capitoli di indagine sui quali stanno lavorando senza sosta squadra mobile della Questura, Carabinieri e Polizia municipale di Venezia; il cavalcavia, il bus, la scatola nera, i video dell'incidente, il telefonino dell'autista, i testimoni che quella sera erano sulla strada.
Una ventina di testimonianze
Sono una ventina le persone sentite dagli investigatori. Tra queste c'è quella, ritenuta particolarmente rilevante, di un poliziotto che si trovava fuori servizio, ma che è intervenuto per primo, mettendo a disposizione un estintore, e lanciando l'allarme.
L'indagine prosegue con tre distinte linee di accertamenti: c'è chi ha sentito i feriti, chi ha raccolto le versioni dei testimoni, occupandosi anche delle operazioni di identificazione delle vittime, chi ha effettuato la repertazione degli elementi e delle tracce lasciate dal pullman sull'asfalto e sul guardrail.
Per capire cosa sia successo martedì sera, sarà fondamentale il video ripreso dalla telecamera della stanza di controllo della municipale. C'è poi l'intero bus, con la scatola nera, attraverso la quale si avranno le immagini delle telecamere interne del mezzo, e le batterie dell'impianto elettrico.
Tutte le tracce sull'asfalto e sul luogo dello schianto – il pullman è caduto da un'altezza di dieci metri –, nonché i vari componenti del mezzo sono stati fotografati e digitalizzati. Sotto sequestro anche il guardrail.
L'autopsia potrebbe fornire la madre di tutte le prove
Dalla scatola nera , recuperata tra i primi oggetti, è già stata estratta la scheda di gestione. Per esaminarla, essendo una prova irripetibile, la procura dovrà fissare un incidente probatorio. E in quel momento arriverà l'iscrizione dei primi indagati, che diventeranno le future parti nel procedimento.
L'autopsia potrebbe fornire la madre di tutte le prove. Ma non meno importante sarà l'esame del telefonino dell'autista, provvisto di due schede telefoniche, una aziendale e una personale. È stata fatta già richiesta dei tabulati che la compagnia telefonica sta per produrre.
Infine, si stanno acquisendo le immagini dei telefonini delle persone che quella sera sul cavalcavia hanno ripreso la scena, o di quelle che l'hanno ripresa da lontano, dalla stazione di Mestre.
Pare arrivato anche il tempo del rimpatrio delle salme delle 20 vittime del disastro, la 21ma era l'autista italiano. «Credo che i tempi per il rimpatrio saranno brevissimi – ha detto il prefetto, Michele di Bari. È in corso di predisposizione la documentazione, entro domani sera tutte le salme saranno ricomposte e consegnate ai familiari».