Ambiente La siccità spegne le centrali idroelettriche in Amazzonia

SDA

5.10.2023 - 20:08

Una fotografia aerea mostra un rimorchiatore e un traghetto che trasportano carburante, benzina, bevande e veicoli bloccati su un banco di sabbia formato da una grave siccità che sta colpendo i fiumi del bacino amazzonico nel comune di Iranduba, sulla sponda opposta di Manaus, Stato di Amazonas in Brasile.
Una fotografia aerea mostra un rimorchiatore e un traghetto che trasportano carburante, benzina, bevande e veicoli bloccati su un banco di sabbia formato da una grave siccità che sta colpendo i fiumi del bacino amazzonico nel comune di Iranduba, sulla sponda opposta di Manaus, Stato di Amazonas in Brasile.
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La siccità spegne le centrali idroelettriche in Amazzonia, dove si è già registrata la chiusura di uno dei principali stabilimenti del Brasile. E dove nello Stato di Amazonas – regione al centro del polmone verde – si è registrato il secondo peggior settembre dal 1998 per gli incendi.

Keystone-SDA

Quello di fermare le macchine del bacino idroelettrico di Santo Antonio, nello Stato di Rondonia, è stato un provvedimento d'emergenza imposto dai bassi livelli del fiume Madeira, attualmente al di sotto del 50% rispetto alla sua portata media.

Ma la secca è tale, che il Gestore del sistema nazionale potrebbe interrompere a breve anche la fornitura di una delle quattro centrali dell'Amapá. Con una situazione prevista in peggioramento. Tanto che sono in elaborazione piani per fare ricorso alla produzione termoelettrica.

I principali fiumi dell'Amazzonia, come il Negro, il Solimoes, e il Madeira – grandi vie di collegamento della regione – sono a livelli ormai critici, compromettendo non solo la produzione elettrica, ma anche il trasporto di acqua, cibo e medicine. Mentre la scarsità di piogge ha innalzato il rischio di incendi.

Il secondo peggior settembre dal 1998

Nello Stato di Amazonas, dove su 62 comuni 40 si trovano in stato di emergenza e 19 in allerta, il mese appena trascorso si attesta come maglia nera dell'anno per numero di roghi. Il secondo peggior settembre dal 1998 (anno in cui è iniziato il monitoraggio), con quasi settemila focolai, spiegano dall'Istituto nazionale per la ricerca spaziale.

Qui la settimana scorsa una frana ha inghiottito il villaggio di Aruma, cancellandolo dalle mappe geografiche e causando almeno due morti, per un fenomeno da erosione legato alla siccità. E sempre in questa regione oltre un centinaio di delfini d'acqua dolce sono morti in un lago nelle vicinanze del porto di Tefé, con l'acqua che ha raggiunto i 39 gradi.

A Manaus – capitale di Amazonas – col rio Negro sceso a poco più di 15 metri, le autorità hanno vietato la balneazione a Ponta Negra, principale località turistica della città, mentre la qualità dell'aria è in peggioramento a causa del moltiplicarsi di incendi.

Il governo di Brasilia sta cercando di far fronte a questo inferno. Una delegazione guidata dal vicepresidente Geraldo Alckmin, in un sopralluogo, ha annunciato lo stanziamento di 138 milioni di real (oltre 25 milioni di franchi) per il dragaggio dei fiumi Madeira e Solimoes, aiuti umanitari e rinforzi per combattere gli incendi. Ma la stagione secca in arrivo non sembra promettere niente di buono.