Sei morti, cinque in Liguria e uno in Francia al confine con il Piemonte, aggravano, in termini di vite umane, il bilancio dell'alluvione che nel fine settimana ha devastato il nord-ovest dell'Italia e il sud-est della Francia.
Le vittime si aggiungono alle due di sabato, un 36enne travolto sulla sua auto dalla piena del fiume Sesia in provincia di Vercelli e il caposquadra dei vigili del fuoco di Arnad (Aosta) ucciso da un albero crollato. In Lombardia resta sempre disperso l'uomo che si cerca da sabato in provincia di Pavia.
I cinque corpi trovati domenica in provincia di Imperia, tra Sanremo e Ventimiglia, quattro restituiti dal mare e uno affiorato nel fiume Roya, restano da identificare: potrebbe trattarsi di persone disperse nel sud della Francia. Per risalire ai loro nomi si è messa al lavoro un'equipe di investigatori formata da capitaneria di porto, carabinieri e polizia in contatto con le autorità francesi.
La sesta vittima è stata ritrovata nel fiume Roya, nel primo tratto del territorio francese al di là del colle di Tenda, vicino al Piemonte. È il malgaro, francese ma di origini italiane, disperso da ieri. A lui si era interessato anche il sindaco di Limone (Cuneo) dopo il salvataggio del fratello della vittima.
Tratti in salvo con l'elicottero
Domenica i Vigili del fuoco del comando di Cuneo hanno portato in salvo tutte le persone rimaste bloccate dal maltempo a Vievola, sul versante francese del Colle di Tenda: otto persone, cinque italiani e tre francesi.
Poi, in collaborazione con le squadre del Soccorso Alpino e Speologico Piemontese, ha riportato a valle, da un alpeggio a Cisterino, un'altra frazione di Tenda, una famiglia di quattro malgari, tra i quali due persone anziane. Il malgaro di un altro alpeggio ha preferito invece restare in alta montagna. Alle operazioni di soccorso ha partecipato anche un elicottero della Guardia di Finanza.
Flagellato il Piemonte
Sono impressionanti le ferite al territorio inflitte dalla piena dei fiumi, dalle frane e dalle forti raffiche di vento. Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha visitato oggi le vallate cuneesi, dove sono caduti ponti, sono stati cancellati lunghi tratti di strada, danneggiate case, erose le sponde fluviali.
In Piemonte sono 108 i Comuni che lamentano danni più o meno gravi. «Siamo abituati a rialzarci da soli, ma questa volta abbiamo bisogno dell'aiuto dello Stato – ha detto Cirio – un aiuto che è un'esigenza imprescindibile, ora che stavamo rialzandoci dall'emergenza Covid. Spero che già domani il Consiglio dei Ministri dichiari lo stato di emergenza. Stiamo preparando la prima stima dei danni, sia pubblici sia privati».
Per Il governatore del Piemonte, la nuova alluvione che ha colpito la Val Tanaro, dopo quelle del 1994 - la più disastrosa in tempi recenti in Piemonte – e del 2016 impone un cambio di marcia. «Non è più tempo di mettere toppe, è ora di interventi strutturali per risolvere i problemi in modo duraturo».
Molto toccata anche la Liguria
Anche la Liguria cerca di ripartire dopo gli ennesimi danni del maltempo: a Triora (Imperia), isolata a causa di una frana, il Dipartimento nazionale di Protezione Civile, su richiesta del presidente della Regione Giovanni Toti ha inviato un nucleo del reggimento Genio dell'Esercito per verificare la fattibilità del ripristino della viabilità della strada provinciale».
Anche domenica ci sono state mareggiate e vento forte e l'Aurelia è stata chiusa nel golfo del Tigullio tra Sestri Levante e Lavagna (Genova). In Toscana, a Pisa danni nella parte storica del cimitero.
La piena del Po transita ora in Lombardia, a Cremona sono state chiuse le strade verso i fiume ed è attesa in Emilia Romagna. L'AIPo (Agenzia interregionale per il fiume Po) rileva infine che «potranno essere interessate dalla piena le aree golenali aperte» e che «è raccomandata prudenza nelle aree prospicienti il fiume».