Sanità Il coronavirus ha viaggiato con gli svizzeri rimpatriati da Wuhan

ATS

4.2.2020 - 15:57

«Attualmente, non siamo ancora in una situazione di pandemia» (propagazione mondiale di una malattia) per il coronavirus diffusosi in Cina, ha dichiarato alla stampa Sylvie Briand, direttrice del dipartimento Preparazione mondiale ai rischi infettivi dell'Oms.
«Attualmente, non siamo ancora in una situazione di pandemia» (propagazione mondiale di una malattia) per il coronavirus diffusosi in Cina, ha dichiarato alla stampa Sylvie Briand, direttrice del dipartimento Preparazione mondiale ai rischi infettivi dell'Oms.
Source: KEYSTONE/AP/Vincent Yu

Un primo caso di coronavirus è stato scoperto a Bruxelles su uno dei passeggeri rimpatriati domenica dalla città di Wuhan. Lo ha annunciato il ministro belga della salute. 250 persone, tra cui 5 svizzeri, erano a bordo del velivolo. 

La persona trovata positiva al test «è asintomatica, è strano, ma si sente bene» ha affermato la ministra belga Maggie De Block in conferenza stampa. 

In Belgio, un gruppo di nove persone è stato trasferito, una volta sceso dall'aereo, verso un ospedale militare della regione di Bruxelles per essere messo in quarantena e subire dei test. È all'interno di questo gruppo che una persona è stata trovata «positiva», secondo il ministero belga della salute.

Né il sesso né la nazionalità di questa persona sono stati rivelati. È stata trasferita all'Ospedale universitario Saint-Pierre di Bruxelles, uno dei due centri di riferimento per l'epidemia di coronavirus. 

Pericolo di contaminazione?

Nella sua conferenza stampa la ministra Block, affiancata da tre medici, ha voluto rassicurare sullo stato di salute della persona infetta e sui rischi di contagio.

La persona in questione «ha avuto pochi contatti con gli altri membri del gruppo. È poco probabile ci sia stata una contaminazione» ha affermato il professore Steven Van Gucht, uno dei tre dottori. Ma il virologo ha anche aggiunto che «le persone ancora in quarantena (all'ospedale di Neder-over-Heembeek, vicino Bruxelles, ndr.) subiranno test con una certa cadenza» durante possibile periodo d'incubazione del virus.

OMS: «Il coronavirus non è ancora una pandemia»

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha affermato oggi, martedì, che l'epidemia di polmonite virale da coronavirus determinatasi in Cina «non costituisce ancora una pandemia».

«Attualmente, non siamo ancora in una situazione di pandemia», termine che si riferisce ad una situazione di propagazione mondiale di una malattia, ha dichiarato alla stampa Sylvie Briand, direttrice del dipartimento Preparazione mondiale ai rischi infettivi dell'Oms.

«Non siamo in una situazione di pandemia; al contrario – ha rilevato Briand – siamo in una fase in cui si ha una epidemia con focolai multipli».

La malattia ha infatti ucciso più di 425 persone e gli infetti sono oltre 20'000 in Cina, nella quasi totalità sono persone localizzate nella provincia dello Hubei, epicentro dell'epidemia. La malattia si è diffusa in 24 paesi dalla sua prima comparsa lo scorso dicembre.

Misure drastiche per contenere il contagio

Briand sottolinea che mentre c'è una rapida diffusione della trasmissione nello Hubei, i casi fuori dalla provincia hanno sporadici gruppi di trasmissione.

Allo stesso tempo, le autorità cinesi hanno preso misure drastiche per fermare la trasmissione, mentre gli altri paesi coinvolti hanno anch'essi varato misure per evitare la diffusione del virus.

«Speriamo che basandoci su queste misure in Hubei ma anche negli altri paesi, potremo fermare la trasmissione e liberarci del virus», ha concluso.

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