Religione Papa: «La guerra è crudeltà, non si balla il minuetto, si uccide»

SDA

1.7.2022 - 12:39

Nuovo appello per la pace di Papa Francesco.
Nuovo appello per la pace di Papa Francesco.
Keystone

«Una guerra, purtroppo, è una crudeltà al giorno. In guerra non si balla il minuetto, si uccide. E c'è un'intera struttura di vendita di armi che la favorisce». Lo afferma papa Francesco in un'intervista all'agenzia argentina Telam.

1.7.2022 - 12:39

«Qualcuno esperto di statistiche mi ha detto, non ricordo i numeri, che se non si fabbricassero armi per un anno, non ci sarebbe più fame nel mondo – sottolinea -. Credo sia giunto il momento di ripensare il concetto di 'guerra giusta'. Ci può essere una guerra giusta, c'è il diritto di difendersi, ma il modo in cui il concetto viene usato oggi deve essere ripensato».

Nell'intervista, papa Francesco ricorda di aver usato fin dal 2014 l'espressione «guerra mondiale a pezzi». «Quello che accade in Ucraina lo viviamo da vicino e per questo ci preoccupiamo – osserva -, ma pensiamo al Ruanda 25 anni fa, alla Siria 10 anni fa, al Libano con le sue lotte interne o al Myanmar oggi. Quello che stiamo vedendo sta accadendo da molto tempo».

«Ho affermato che l'uso e il possesso di armi nucleari è immorale – prosegue il Pontefice -. Risolvere le cose con una guerra significa dire no alla capacità di dialogo, di essere costruttivi, che gli uomini hanno. Questa capacità di dialogo è molto importante. Esco dalla guerra e passo al comportamento comune. Si pensi a quando si sta parlando con delle persone e, prima che finisci, ti interrompono e ti rispondono. Non sappiamo ascoltarci. Non permettiamo all'altro di dire la sua. Bisogna ascoltare. Ascoltare quello che dice, ricevere, dichiariamo guerra prima, cioè interrompiamo il dialogo. Perché la guerra è essenzialmente una mancanza di dialogo».

«Quando sono andato a Redipuglia nel 2014, per il centenario della guerra del 1914, ho visto l'età dei morti nel cimitero e ho pianto – ricorda Bergoglio -. Quel giorno ho pianto. Il 2 novembre, qualche anno dopo, sono andato al cimitero di Anzio e quando ho visto l'età di quei ragazzi morti, ho di nuovo pianto. Non mi vergogno di dirlo. Che crudeltà! E quando è stato commemorato l'anniversario dello sbarco in Normandia, ho pensato ai 30.000 ragazzi rimasti senza vita sulla spiaggia. Aprivano le barche e ordinavano loro: 'Scendere, scendere', mentre i nazisti li aspettavano. È giustificabile, questo? Visitare i cimiteri militari in Europa aiuta a rendersene conto».

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