PerùUn satellite mostra le dimensioni del danno ambientale in Perù
SDA
25.1.2022 - 15:55
Immagini catturate dal satellite PeruSAT-1 una settimana dopo l'incidente avvenuto durante il trasferimento di greggio dalla petroliera 'Mare Doricum' alla raffineria La Pampilla della compagnia spagnola Repsol, mostrano le reali dimensioni del danno ambientale.
Keystone-SDA
25.01.2022, 15:55
25.01.2022, 16:11
SDA
Un danno marino e costiero causato dalla dispersione di almeno 6'000 barili di petrolio all'altezza di Lima e della città gemella di El Callao, avvenuto il 15 gennaio dopo lo tsunami seguito al terremoto a Tonga.
In una intervista domenica il direttore esecutivo di Repsol, Jaime Fernández-Cuesta Luca de Tena, ha sottolineato che «ci siamo impegnati a pulire le spiagge inquinate entro la fine di febbraio». Questo, mentre sono ancora in corso le indagini sulle cause dell'accaduto e sull'estensione della zona interessata dalla marea nera.
Reagendo alle dichiarazioni del responsabile di Repsol, l'Organismo di valutazione e certificazione ambientale (Oefa) peruviano ha diffuso un comunicato in cui sostiene che «il 23 gennaio è stato stimato che l'estensione dell'area interessata è, per la componente suolo (fascia di spiaggia e costa), di 1'800'490 mq (180 ettari), e per la componente idrica (mare), di circa 7'139'571 mq (713 ettari)».
Il satellite di osservazione PeruSAT-1, gestito dalla Commissione nazionale per la ricerca e lo sviluppo aerospaziale (Conida), ha fornito per parte sua immagini della regione una settimana dopo l'accaduto, da cui emerge l'ampia estensione della superficie di Oceano Pacifico e di costa contaminata. Purtroppo la marea nera, scrive infine oggi il quotidiano peruviano La República, «continua a spostarsi verso nord», e «sono visibili ora chiazze di petrolio fino a Punta Salinas, 30 km a sud-ovest di Huacho».