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Quando il golf non basta: come lavorare in tarda età
dpa
27.11.2019
A una certa età, alcuni lavoratori aspirano ad andare in pensione. Altri pensano che sia tempo di cambiare qualcosa nelle loro prospettive di carriera. Per farlo, non c’è nessun bisogno di ripartire da zero.
Finalmente del tempo per viaggiare, per godersi la famiglia – o per giocare a golf: per alcuni, la pensione arriva troppo lentamente. Ma accade anche il contrario: alcuni non hanno nessuna voglia di rinunciare alla loro carriera. Questo è ciò che constata Madeleine Leitner, psicologa e consulente professionale: «Ricevo sempre più richieste da parte di gente che vuole rivedere le proprie prospettive di carriera addirittura prima di andare in pensione.»
Coloro che oggi raggiungono l’età della pensione hanno spesso davanti a sé numerosi anni da vivere in buona salute, afferma Madeleine Leitner. Molti non trovano logico smettere di lavorare a metà della sessantina, spiega.
«Sono numerosi coloro che non possono immaginare una vita senza lavoro», indica Iris Seidenstricker, che fa da coach ai futuri pensionati. Se non ci sono difficoltà finanziarie, la prosecuzione di un’attività fino ad età avanzata è, secondo lei, la scelta giusta per chiunque ami il proprio mestiere e scelga di continuare a praticarlo.
Approfittare degli effetti positivi di continuare a lavorare
Continuare anche dopo l'età della pensione ha spesso degli effetti positivi. Un abbandono involontario della vita attiva quando si raggiunge una certa età può infatti causare una sensazione di vuoto e l’insorgere della depressione, spiega Madeleine Leitner.
Superata quest’età, sono numerosi coloro che soffrono nel veder le abitudini della vita attiva, i contatti con i colleghi e forse anche alcuni vantaggi finanziari, volatilizzarsi nel nulla.
Inoltre, coloro che continuano a lavorare ancora per un certo tempo non soltanto trasmettono le loro conoscenze specialistiche, ma apprendono costantemente cose nuove nel loro settore grazie agli scambi con i colleghi più giovani, come precisa un documento del governo tedesco che affronta questo tema.
Allo stesso tempo, ciò permette di restare in forma e di rafforzare la sensazione di utilità e di appartenenza. «E certamente ciò ha un senso», spiega Iris Seidenstricker, formatrice e autrice. «Il senso e il riconoscimento fanno parte dei fattori di salute più importanti, sono enormi fonti di energia.»
Coloro che restano attivi lavorano in maniera più sciolta rispetto agli anni precedenti, stima Iris Seidenstricker. Dispongono di una preziosa esperienza e vivono con molta serenità, spiega.
Pianificare la prosecuzione della vita professionale
Madeleine Leitner consiglia di non considerare l’età della pensione come lo scatto automatico che sancisce un abbandono forzato. La consulente conta tra i suoi clienti che giungono con questo quesito «persone di successo, spesso indipendenti, che hanno superato ormai la cinquantina», in particolare medici, avvocati, consulenti fiscali, consulenti aziendali e numerosi liberi professionisti. Secondo l'esperta, queste persone hanno il lusso di potersi dire: «Ora riesco, ma come potrebbe essere il futuro della mia carriera?»
«Le discussioni con queste persone mostrano spesso che la loro attuale occupazione è già assolutamente adattata alle loro esigenze, afferma Madeleine Leitner. Si tratta dunque di scolpirsi un lavoro.» Ovvero di modellare la propria attività in modo che corrisponda ancora meglio alle preferenze e ai gusti della persona in questione. Per riuscirci, conviene concentrarsi maggiormente su compiti specifici che siano particolarmente graditi, di rinunciare alle altre attività o di aggiungere una nuova tematica.
Spesso, anche cambiamenti relativamente minori potrebbero contribuire a dare nuovo slancio. «Ad esempio, avevo un cliente che lavorava come consulente fiscale e che ha effettuato una selezione radicale, eliminando tutti i clienti che non erano puntuali e che gli richiedevano una mole di lavoro importante, per poter godere di più della sua attività», spiega Madeleine Leitner.
Diventare consulente per la vecchia azienda
È possibile che l’azienda voglia conservare il suo impiegato, ad esempio come consulente. «Numerose aziende propongono già dei modelli professionali flessibili per le persone anziane o assumono degli impiegati come esperti per dei progetti», spiega Iris Seidenstricker. Coloro che hanno delle competenze particolari possono riflettere sull’idea di diventare indipendenti, aggiunge Madeleine Leitner. Beninteso, non è una cosa agevole.
Joachim Harms racconta di aver lasciato il suo ex datore di lavoro con un «paracadute dorato» nell’ambito di una ristrutturazione aziendale. Oggi ha 61 anni ed è diventato lavoratore autonomo.
«All’inizio, mi mancava l’identificazione e il dialogo che avevo prima nell’azienda, spiega. Il mio status di esperto è scomparso da un giorno all’altro.» Se questo processo lo ha molto provato da un lato, dall'altro lo ha rafforzato, racconta. Ha fondato la sua indipendenza su due pilastri: il suo mestiere di esperto in omologazione di dispositivi medici gli ha assicurato una sicurezza finanziaria. «L’altro progetto era il mio desiderio profondo di scrivere poesie.» Harms, che si fa chiamare Business-Poet, scrive ora poesie per aziende e per privati.
Le aziende ricercano impiegati con esperienza
Madeleine Leitner consiglia in particolare di non lasciarsi «catalogare» per via dell’età. Le persone attive di più di 60 anni possono vendere la loro anzianità e la loro esperienza come un punto di forza. Si tratta di valori che, al giorno d’oggi, sono di nuovo tenuti in gran conto nelle aziende, secondo la consulente.
Questo è ciò che afferma anche Joachim Harms. Prossimamente sarà di nuovo assunto, e racconta che un’azienda gli ha fatto una proposta per un progetto che durerà diversi anni. Ha negoziato un posto part time. «Vedo questa cosa come un dono del cielo: andare in pensione con gli onori e avere allo stesso tempo una base economica per poter guadagnare con la mia poesia durante la vecchiaia.»
Joachim Harms consiglia a coloro che hanno come lui una competenza particolare di definire la direzione prima della fine della loro vita attiva, di costruire qualcosa e di adattarvisi interiormente. « È importante non fare questo nella propria bolla.»
Queste persone devono concentrarsi su attività che le valorizzino e che permettano loro allo stesso tempo di fare qualcosa di buono per gli altri, consiglia Joachim Harms. «Giocare a golf è fantastico, ma cosa apporta in più?» Coloro che amano viaggiare possono ad esempio scrivere dei brevi racconti, sottolinea. Secondo lui, bisogna fare delle proprie capacità una sorta di vocazione.
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