Primi dibattimenti Schianto F/A-18 sul Susten: «Concatenazione di tragici errori»

dosp, ats

4.1.2024 - 18:38

Un pilota morì.
Un pilota morì.
sda

Davanti al Tribunale militare 2 a Muttenz (BL) è stata celebrata oggi la prima giornata del processo relativo allo schianto di un F/A-18 avvenuto nella regione del passo del Susten (BE/UR) nell'estate del 2016, che costò la vita a un pilota 27enne. Stando alle dichiarazioni dei testimoni, il tragico epilogo di un volo d'addestramento è il risultato di una concatenazione di errori.

Keystone-SDA, dosp, ats

Da stamani e, secondo i piani per tre altri giorni, sul banco degli imputati siedono un controllore di Skyguide (l'autorità responsabile del controllo del traffico aereo civile e militare in Svizzera e nelle regioni limitrofe all'estero) e un pilota delle Forze aeree svizzere.

I due sono accusati di omicidio colposo, inosservanza per negligenza di prescrizioni di servizio, perturbamento della circolazione pubblica nonché abuso e sperpero di materiali.

Lo schianto si verificò il 29 agosto 2016 durante un addestramento al combattimento al quale partecipavano due jet militari. Il 27enne vodese, in condizioni di scarsa visibilità, si scontrò contro una parete rocciosa sul versante occidentale, bernese, dell'Hinter Tierberg (BE/UR), che culmina a 3446 metri.

Concatenazione di errori

Oggi nell'aula del tribunale, un controllore del traffico aereo, che quel giorno d'estate era seduto accanto all'imputato nel sito di Skyguide a Meiringen (BE), ha spiegato che dopo aver constatato la mancanza di collegamento radar tra i due velivoli (break lock in gergo aeronautico) la priorità era di evitare una collisione tra loro.

Ciò ha portato all'assegnazione errata al jet della vittima di un livello di volo 100 (Flight level 100, pari a una quota di 10'000 piedi o 3048 metri) invece del livello di volo 150 (15'000 piedi o 4572 metri).

Poiché nel frattempo la comunicazione radio con il pilota poi deceduto era stata inoltrata da Meiringen al sito di Dübendorf (ZH), il controllore del traffico aereo non fu più in grado di correggere in tempo il suo errore.

Il tentativo di contattare Dübendorf per telefono si rivelò tardivo. Il controllore ivi operativo oggi in aula ha spiegato di essersi concentrato sulla presa in consegna dell'aereo via radio. Per questo motivo, ha risposto alla telefonata da Meiringen troppo tardi.

Accusa: «Carente attenzione di leader e controllore»

Il 27enne si è schiantato contro la parete rocciosa a una quota di 3319 metri – circa undici metri sotto la cresta – solo 58 secondi dopo l'istruzione errata. Il pilota leader, ossia il pilota che lo guidava nell'addestramento, ora imputato, ha poi trasmesso l'indicazione «black smoke» (fumo nero), ha testimoniato il controllore di Dübendorf.

Per l'accusa, l'incidente mortale è da ricondurre a una mancanza di attenzione da parte dei due uomini alla sbarra. Da un lato, il pilota leader, che volava davanti, per uno scostamento dalle prescrizioni nella procedura di decollo, impedì al 27enne di collegarsi a lui via radar.

Dall'altro, il controllore del traffico aereo, come dichiarato anche dai testimoni, fornì alla vittima una quota minima di volo troppo bassa.

I due caccia erano partiti dall'aerodromo militare di Meiringen. Il velivolo del vodese e la sua scatola nera andarono completamente distrutti, per cui durante l'inchiesta non è stato possibile basarsi sui dati di volo.

Richieste della difesa bocciate

La corte, presieduta dal tenente colonnello Markus Hofer, ha respinto diverse richieste della difesa. Tra queste, quella di non riascoltare i periti, già espressisi compiutamente sulla vicenda prima del processo. Su questo aspetto gli avvocati dei due imputati del resto non erano d'accordo tra loro.

Il tribunale ha invece ammesso che un esemplare del sistema radar utilizzato durante l'incidente, risalente al 1969 e ritenuto antiquato, potesse essere usato in aula come prova.

La sentenza è attesa al termine dei dibattimenti, martedì prossimo.