Epidemia Sechseläuten: il «Böögg» brucerà sul Ponte del Diavolo

pl, ats

23.3.2021 - 14:15

Il Ponte del Diavolo nella Gola della Schöllenen ospiterà quest'anno il rogo del "Böögg" (foto d'archivio)
Il Ponte del Diavolo nella Gola della Schöllenen ospiterà quest'anno il rogo del "Böögg" (foto d'archivio)
Keystone

Quest'anno il Böögg della Sechseläuten di Zurigo sarà bruciato al Ponte del Diavolo nella Gola della Schöllenen, sul versante urano del passo del San Gottardo.

Keystone-SDA, pl, ats

La festa di primavera delle corporazioni zurighesi, con il rogo del pupazzo che simboleggia l'inverno, si terrà senza pubblico, ma sarà ritrasmessa in diretta televisiva il prossimo 19 aprile da SRF e da due emittenti private.

Il governo urano ha concesso l'autorizzazione a bruciare il Böögg sul Ponte del Diavolo, hanno annunciato oggi congiuntamente il canton Uri e il Comitato delle corporazioni zurighesi.

In caso di cattivo tempo, il pupazzo sarà fatto esplodere a Seedorf (UR), in riva al Lago dei Quattro cantoni. Il canton Uri era già stato scelto l'anno scorso come ospite d'onore della festa zurighese, annullata a causa della pandemia. Dopo la trasferta del «Böögg», Uri rimarrà il cantone ospite anche l'anno prossimo.

Il rogo dell'«influenza russa»

Il rogo del Böögg ha già avuto a che fare in passato con una pandemia, ricorda il Comitato delle corporazioni di Zurigo. Nel 1890, quella che all'epoca era una bambola decorata, e non ancora un pupazzo di neve, fu fatta bruciare su una pira per mettere fine alla cosiddetta «influenza russa», scoppiata nell'ottobre del 1989. La pandemia ebbe tuttavia diverse recidive e si calcola che fino al 1995 uccise circa un milione di persone in tutto il mondo.

La festa zurighese della primavera, menzionata per la prima volta per iscritto nel 1525, viene celebrata nella forma attuale dal XIX secolo. La tradizione della «Sechseläuten» (letteralmente «suonare le sei") è legata agli scampanii della cattedrale Grossmünster, che segnavano la fine della giornata lavorativa: con l'inizio della primavera si smetteva alle 18.00 invece che alle 17.00.