Sechseläuten Il «Böögg» esplode dopo 12 minuti e 57 secondi

pl, ats

19.4.2021 - 18:41

La testa del "Böögg" sta per esplodere. Nella trasferta sul Ponte del Diavolo, il pupazzo che simboleggia l'inverno impugnava un tridente, al posto della tradizionale scopa.
La testa del "Böögg" sta per esplodere. Nella trasferta sul Ponte del Diavolo, il pupazzo che simboleggia l'inverno impugnava un tridente, al posto della tradizionale scopa.
Keystone

Il Böögg della festa della Sechseläuten di Zurigo è esploso oggi, in trasferta in terra urana sul Ponte del Diavolo, dopo 12 minuti e 57 secondi. Secondo la tradizione è segno che l'estate sarà piuttosto bella e calda.

Keystone-SDA, pl, ats

Il rogo del pupazzo che simboleggia l'inverno, nella tradizionale festa della primavera delle corporazioni di Zurigo, si è tenuto quest'anno nella Gola della Schöllenen, sul versante urano del passo del San Gottardo.

Nel pupazzo erano o inseriti 140 petardi: tradizione vuole che più in fretta esplode la testa, più l'estate sarà bella e calda. Nel 2019, nell'ultima edizione prima della pandemia, la testa del pupazzo era esplosa dopo 17 minuti e 44 secondi.

La tradizione dell'"oracolo dell'estate» è però stata sconfessata da MeteoSvizzera, che analizzando i dati statistici per gli anni dal 1965 al 2005 non ha trovato nessuna correlazione fra la durata prima dell'esplosione finale e le temperature estive. Unica eccezione: la torrida estate del 2003, quando la testa del Böögg esplose dopo soltanto 5 minuti e 40 secondi.

La tradizione della «Sechseläuten»

La festa zurighese della primavera, menzionata per la prima volta per iscritto nel 1525, viene celebrata nella forma attuale dal XIX secolo. La tradizione della «Sechseläuten» (letteralmente «suonare le sei") è legata agli scampanii della cattedrale Grossmünster, che segnavano la fine della giornata lavorativa: con l'inizio della primavera si smetteva alle 18.00 invece che alle 17.00.

Il rogo del Böögg ha già avuto a che fare in passato con una pandemia. Nel 1890, quella che all'epoca era una bambola decorata, e non ancora un pupazzo di neve, fu fatta bruciare su una pira per mettere fine alla cosiddetta «influenza russa», scoppiata nell'ottobre del 1889. La pandemia ebbe tuttavia diverse recidive e si calcola che fino al 1895 uccise circa un milione di persone in tutto il mondo.