Vaticano Al Sinodo dei vescovi il ruolo delle donne e il celibato restano temi aperti

SDA

29.10.2023 - 09:15

Il Sinodo si chiude formalmente stamani con la messa di papa Francesco in San Pietro.
Il Sinodo si chiude formalmente stamani con la messa di papa Francesco in San Pietro.
Keystone

La Chiesa fa un passo avanti nella direzione di essere meno «gerarchica» e più «sinodale».

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E al termine di quattro settimane di ascolto, confronto e «conversazione nello spirito» nell'Aula Paolo VI, il vasto auditorium della Città del Vaticano, ieri sera l'assemblea generale del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità ha approvato la relazione di sintesi: il documento consultivo su cui si baserà l'ulteriore approfondimento fino alla successiva assemblea sul medesimo tema, nell'ottobre dell'anno prossimo.

Si cerca un nuovo modo di essere Chiesa nel mondo di oggi, che si fondi su quel «camminare insieme» del Sinodo istituito da Paolo VI a partire dal Concilio Vaticano II: una Chiesa che ribadisce la sua «opzione preferenziale» per i poveri, l'attenzione al dramma dei profughi, al «grido della terra» e, non può essere altrimenti, a un contesto in cui divampano nuovi scontri e conflitti.

«In mezzo a noi erano presenti sorelle e fratelli di popoli vittime della guerra, del martirio, della persecuzione e della fame», dice il documento finale, ribadendo «la nostra determinazione a essere operatori di pace».

Donne e celibato sacerdotale

Fra i temi che restano controversi e ancora aperti, quelli del ruolo delle donne nella Chiesa e del celibato sacerdotale. Diverse le posizioni «in merito all'accesso delle donne al ministero diaconale. Alcuni considerano che questo passo sarebbe inaccettabile in quanto in discontinuità con la tradizione». Per altri, invece, «concedere alle donne l'accesso al diaconato ripristinerebbe una pratica della Chiesa delle origini. Altri ancora discernono in questo passo una risposta appropriata e necessaria ai segni dei tempi (...). Alcuni esprimono il timore che questa richiesta sia espressione di una pericolosa confusione antropologica, accogliendo la quale la Chiesa si allineerebbe allo spirito del tempo».

E valutazioni diverse anche «sul celibato dei presbiteri. Tutti ne apprezzano il valore carico di profezia e la testimonianza di conformazione a Cristo»: ma ci si chiede se «debba necessariamente tradursi nella Chiesa latina in un obbligo disciplinare, soprattutto dove i contesti ecclesiali e culturali lo rendono più difficile». Un tema «non nuovo, che richiede di essere ulteriormente ripreso».

Dagli esiti dell'approvazione – tutti con la maggioranza dei due terzi, ma alcuni con una più alta quota di no – «la votazione conferma che sono punti aperti, che la discussione, la riflessione e l'approfondimento sono in corso», ha commentato in conferenza stampa il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo.

«Era chiaro che alcuni temi avrebbero incontrato una maggiore opposizione – ha sottolineato il relatore generale, il cardinale Jean-Claude Hollerich. Anzi, sono sorpreso che molti hanno votato a favore, significa che le resistenze non sono tanto grandi quanto pensavamo».

Laici e identità di genere

Per quanto riguarda il ruolo dei laici, si avverte il pericolo di «clericalizzarli», «creando una sorta di élite laicale che perpetua le disuguaglianze e le divisioni». Sull'identità di genere e l'orientamento sessuale «è importante prendere il tempo necessario per questa riflessione e investirvi le energie migliori, senza cedere a giudizi semplificatori che feriscono le persone e il Corpo della Chiesa».

Quest'ultima, comunque, «deve ascoltare con particolare attenzione e sensibilità la voce delle vittime e dei sopravvissuti agli abusi sessuali, spirituali, economici, istituzionali, di potere e di coscienza da parte di membri del clero o di persone con incarichi ecclesiali». E «in modi diversi, anche le persone che si sentono emarginate o escluse dalla Chiesa, a causa della loro situazione matrimoniale, identità e sessualità chiedono di essere ascoltate e accompagnate, e che la loro dignità sia difesa».

«La Chiesa sta creando spazi per tutti, nessuno escluso, perché questo è quello che vuole Gesù. Nessuno può sentirsi escluso o non accettato», ha evidenziato Grech.

Il Sinodo si chiude formalmente stamani con la messa di papa Francesco in San Pietro.