Giustizia Delitto di Kümmertshausen, risarcimenti a due colpevoli

pl, ats

24.3.2023 - 13:49

Due coimputati al processo d'appello per l'uccisione, nel novembre 2010 a Kümmertshausen (TG), di un 53enne svizzero, sono stati condannati a più di 20 mesi di detenzione. Avendo entrambi già passato più di tre anni in detenzione preventiva, avranno però diritto a risarcimenti.

Nella foto d'archivio agenti di polizia mettono in sicurezza l'area intorno al municipio durante uno dei processi più grandi ed elaborati nella storia dei procedimenti penali in Turgovia: 14 uomini erano sotto processo nel giugno del 2022 e lo sono state per diverse settimane. 
Nella foto d'archivio agenti di polizia mettono in sicurezza l'area intorno al municipio durante uno dei processi più grandi ed elaborati nella storia dei procedimenti penali in Turgovia: 14 uomini erano sotto processo nel giugno del 2022 e lo sono state per diverse settimane. 
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Keystone-SDA, pl, ats

Il Tribunale cantonale di Turgovia ha reso noto venerdì per iscritto la commisurazione delle pene per i due coimputati nel processo che si era aperto nel giugno di un anno fa e che si è protratto per mesi.

Il «delitto di Kümmertshausen» portò gli inquirenti sulla pista di un'organizzazione criminale dedita al traffico di migranti e di droga, costituita essenzialmente da curdi di Turchia. La vicenda è però destinata a non essere mai del tutto chiarita, visto che tutte le condanne per omicidio o per istigazione sono state nel frattempo annullate.

Un informatore in aiuto alla polizia

Il corpo senza vita del 53enne, beneficiario dell'assicurazione invalidità (AI), fu trovato legato e imbavagliato nella sua abitazione in una remota frazione del comune turgoviese.

Basandosi sulle dichiarazioni di un informatore della polizia, considerato il «testimone chiave» dell'intera vicenda, la pubblica accusa rimproverava a quattro imputati – fra cui l'informatore stesso – di aver voluto mettere a tacere la vittima perché aveva minacciato di rivolgersi alla polizia.

Lo scorso dicembre, il Tribunale cantonale ha emesso due prime decisioni relative ai due imputati. Il «testimone chiave», un 44enne turco, è stato in particolare assolto dalle accuse di omicidio, complicità in tentata estorsione e ripetuta e aggravata violazione alla legge sugli stupefacenti.

Più di 1 milione di franchi di spese

L'uomo è stato giudicato colpevole unicamente di rapina. Per lui il Tribunale ha fissato ora una pena di 23 mesi. E tenendo conto dei 1248 giorni già passati in preventiva gli ha concesso un risarcimento di 54'880 franchi per la detenzione eccessiva.

La seconda istanza aveva assolto dall'accusa di essere l'esecutore materiale dell'omicidio anche un 59enne turco, giudicato a sua volta colpevole di complicità in rapina e ripetuta violazione aggravata alla legge sugli stupefacenti. Per lui la pena è di 20,5 mesi, ma avrà diritto ad un risarcimento di 128'880 franchi perché ha passato 1341 giorni in detenzione preventiva. I suoi famigliari avranno inoltre diritto a 47'525 franchi di risarcimento.

Anche i costi per la difesa d'ufficio dei imputati, pari a 785'000 franchi, sono almeno per il momento a carico dello Stato. I due imputati dovranno rimborsare i due terzi delle spese, ma solo quando le loro condizioni economiche lo permetteranno. Dovranno inoltre partecipare alle spese processuali con 69'000 e rispettivamente 95'000 franchi. Le nuove decisioni non sono definitive e possono ancora essere impugnate davanti al Tribunale federale.

Inizialmente ci son state 14 condanne

Tutti gli altri appelli sono stati separati da questo processo. In totale sono otto gli imputati coinvolti nel processo d'appello: un iracheno, quattro turchi, due svizzeri e un austriaco. I procedimenti contro due coimputati sono stati nel frattempo trasferiti in Turchia, dove però «l'assistenza giudiziaria si rivela difficile», secondo un portavoce del Tribunale.

Nel marzo 2018, dopo oltre 40 udienze protrattesi per più di un anno, il Tribunale distrettuale di Kreuzlingen (TG) aveva emesso la sentenza di primo grado contro 14 membri dell'organizzazione criminale.

Il principale accusato, un iracheno oggi 52enne, è stato condannato a 14 anni di reclusione per istigazione alla rapina e altri reati, ma contrariamente alla richiesta dell'accusa non è stato riconosciuto colpevole di istigazione all'omicidio. Il «capobanda» ed altri cinque imputati hanno nel frattempo accettato la sentenza di primo grado, mentre un altro è deceduto.