Prostituzione e amore proibito in India La coproduzione svizzera «The Shameless» presentata in prima mondiale a Cannes

sifo, ats

21.5.2024 - 10:01

Non lascia indifferenti «The Shameless» del regista bulgaro Konstantin Bojanov, coproduzione svizzera presentata in prima mondiale al Festival di Cannes venerdì. Una storia di prostituzione, violenza e amore proibito in India. Keystone-ATS ha incontrato il cineasta.

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Alla prima nella Salle Debussy, la preferita di Jean-Luc Godard a detta del direttore del Festival Thierry Frémaux, ha partecipato anche la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. La proiezione è stata seguita da una standing ovation per il regista e il cast, presenti in sala e visibilmente emozionati.

«La prima è stata travolgente anche per me. Questo è il primo dei miei film che non vedevo l'ora di vedere dopo averlo finito», confida Konstantin Bojanov a Keystone-ATS. «Tutti nel cast hanno visto il film nella sua versione definitiva per la prima volta. Lo abbiamo terminato la settimana scorsa!».

Un processo lungo

«Per me è stato un processo molto lungo fare questo film. Il progetto è iniziato nel 2012 come documentario basato sul libro 'Nine Lives' dello storico britannico William Dalrymple, che narra nove storie ambientate nell'India contemporanea», spiega Bojanov.

Il regista, che conosce bene il subcontinente, ha fatto diversi mesi di ricerca su queste storie concentrandosi in particolare sugli «aspetti universali» quali «la relazione dei personaggi con l'arte, la casta, la sessualità». Mentre stava lavorando al documentario, Bojanov ha osservato «una relazione molto toccante» fra due prostitute, da cui è nata l'idea di farne un film di finzione.

Il sistema devadasi

Nella pellicola, Renuka (Anasuya Sengupta) scappa da un bordello di Delhi dopo aver ucciso un poliziotto. Trova rifugio in una comunità di lavoratori del sesso nel nord dell'India dove incontra Devika (Omara Shetty), una giovane ragazza condannata ad una vita di prostituzione secondo il sistema devadasi, tradizione induista ormai vietata che «sposa» le donne ad una divinità. Fra Renuka e Devika si crea un legame forte che sfocia in un amore proibito.

«Se si deve citare un aspetto positivo della pratica devadasi è che è interamente in mano alle donne», spiega il regista. La madre di Devika non vuole che la figlia frequenti Renuka siccome è una prostituta, quando in realtà ha previsto lo stesso destino per le sue figlie. La sorella minore di Devika è stata mandata in un bordello di Nuova Delhi. «Fanno tutte lo stesso lavoro ma le prostitute che sono dedicate al culto della dea Yellamma vengono considerate di buon auspicio e superiori a quelle non dedicate», spiega Bojanov.

«Non volevo fare un film apertamente politico, ma al contempo tutti gli elementi in esso sono fortemente politici. Mi farebbe molto piacere se il film sollevasse un discorso sulle condizioni delle donne e delle lavoratrici del sesso, che sono membri estremamente vulnerabili della società e vengono abusate e trafficate», aggiunge.

Omosessualità, un tabù

«Oltre alla prostituzione, l'omosessualità è un tabù» e in India è «assimilata alla pazzia», aggiunge. «Volevo esplorare queste dinamiche basandomi su un outsider» come Renuka, prosegue. L'incontro fra le due protagoniste è carico di tenerezza ed è su questo punto che ha voluto insistere il regista, anche se la loro relazione non è sempre semplice.

«Nelle mie storie cerco di concentrarmi sugli aspetti universali delle relazioni e provo sempre a confrontare i personaggi con dilemmi morali difficili», prosegue. Nel corso del film, Renuka traversa un cambiamento profondo, che la porta a confidare al suo amico d'infanzia il suo amore per Devika, un sentimento che non aveva mai provato. «Il film mescola diversi generi, dal noir al thriller», spiega il regista. Viene usato anche l'elemento delle visioni di Devika per prevedere il futuro.

Coproduzione svizzera

«The Shameless» è una coproduzione di cinque Paesi: Svizzera, Francia, Bulgaria, Taiwan e India, aggiuntasi all'ultimo. Per quanto riguarda la parte elvetica, maggioritaria, è stata coprodotta dalla società ginevrina Akka Films e dalla televisione pubblica romanda RTS. La Svizzera è stato il primo Paese a supportare e finanziare il film, precisa Bojanov.

«Ufficialmente è un film svizzero anche se in hindi», afferma ridendo. Bojanov ha lavorato con il direttore della fotografia Gabriel Lobos, nato a Basilea e ora residente a Zurigo: «Speriamo di continuare a lavorare assieme al mio prossimo film», dice. Un altro elvetico nel team è il tecnico dell'illuminazione Raphael Toel che «ha contribuito in modo determinante alla realizzazione dei colori del film», prosegue.

Contrariamente a ciò che può sembrare quando proiettato sul grande schermo, «il film è stato molto DIY (fai da te, ndr.) per le condizioni nel quale è stato girato», afferma il regista. Non potendo realizzare la pellicola in India, per varie ragioni sia finanziarie sia politiche, le riprese sono state fatte in Nepal, «che ha un'industria cinematografica ridotta», precisa. «Abbiamo filmato a febbraio e marzo dello scorso anno». Il cast «è principalmente indiano e nepalese, il che è stato impegnativo perché una parte degli attori ha dovuto parlare una lingua che non è la loro».