Giustizia Zurigo: una condanna per spionaggio economico

ATS

11.4.2019 - 11:40

Il procuratore zurighese Marc Demont intervistato dopo la sentenza.
Il procuratore zurighese Marc Demont intervistato dopo la sentenza.
Source: KEYSTONE/WALTER BIERI

Il Tribunale distrettuale di Zurigo ha condannato giovedì mattina uno dei tre tedeschi accusati di spionaggio economico nella vicenda riguardante il miliardario Erwin Müller. Agli altri due sono state inflitte pene per violazione della legge sulle banche.

Il condannato per spionaggio – un ex dipendente della banca J. Safra Sarasin – è stato giudicato colpevole anche di ripetuta coazione. All'imputato principale sono stati inflitti 13 mesi di carcere e una pena pecuniaria di 170 aliquote giornaliere da 120 franchi, entrambe sospese con la condizionale.

Anche i rimanenti imputati – un altro dipendente dell'istituto e l'avvocato di Stoccarda Eckart Seith – hanno comunque subito delle condanne, in particolare per ripetuta violazione della legge sulle banche. Ai due è stata inflitta una pena pecuniaria sospesa di 360 aliquote giornaliere da rispettivamente 360 (per l'impiegato) e 460 (per l'avvocato) franchi.

La procura chiedeva per tutti una condanna per spionaggio economico, con pene fra i 3 anni e i 3 anni e 10 mesi, con condizionali solo parziali.

Tratto in inganno dalla banca

I tre erano stati incriminati per aver trasmesso alla giustizia tedesca documenti bancari relativi al miliardario tedesco Erwin Müller, 86 anni, proprietario della catena di drogherie Müller presente anche in Svizzera.

In Germania Müller – che da anni figura sulla lista degli uomini più ricchi del pianeta stilata da Forbes – ha vinto una causa milionaria contro la banca privata J. Safra Sarasin, alla quale rimproverava di essere stato tratto in inganno e mal consigliato in fatto di ottimizzazione fiscale.

L'avvocato Eckart Seith ha rappresentato gli interessi del miliardario 86enne davanti al tribunale regionale di Ulm, in Germania, che nel maggio del 2017 obbligò la banca di Basilea a versare al «re delle drogherie» un risarcimento di 45 milioni di euro.

Documenti acquisiti illegalmente

Davanti al tribunale di Zurigo, il procuratore ha rimproverato all'avvocato tedesco di essere entrato in possesso, «in maniera illegale», di documenti tutelati dal segreto bancario e di averli utilizzati non solo davanti al tribunale di Ulm, ma di averli anche trasmessi allo Stato tedesco.

La sentenza non è ancora definitiva e due imputati hanno già annunciato ricorso. La terza persona coinvolta e il Ministero pubblico vogliono invece valutare con più calma la sentenza.

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