Guerra Il disertore: «A decapitare il soldato ucraino sono stati i Wagner»

SDA

13.4.2023 - 20:58

Si cerca la verità sul video-shock della decapitazione di un soldato in Ucraina e il dito viene puntato sui mercenari Wagner. Secondo Vladimir Osechkin, fondatore di Gulagu.net, ci sarebbero infatti i sanguinari combattenti di Yevgeny Prigozhin dietro l'ennesimo orrore della guerra.

Un militare della compagnia privata russa Wagner Group partecipa alle operazioni di combattimento a Bakhmut.
Un militare della compagnia privata russa Wagner Group partecipa alle operazioni di combattimento a Bakhmut.
IMAGO / SNA

Citato dal media anti-Putin Meduza, Osechkin ha riferito di aver contattato Andrei Medvedev, un ex combattente della Wagner fuggito in Norvegia, che «ha identificato in modo inequivocabile i suoi colleghi lì, dai loro segnali di chiamata caratteristici, dal modo in cui parlano, da ciò che dicono alla radio».

Le indagini delle autorità ucraine sono in corso, e anche la procura generale russa ha aperto un'inchiesta sulle immagini che «contengono presumibilmente scene dell'omicidio di un presunto militare ucraino».

Prigozhin ha già detto che i suoi non avrebbero nulla a che fare con la macabra esecuzione, ma è chiaro che smarcarsi dalle accuse è difficile per i mercenari che già in passato si sono macchiati di atrocità durante il conflitto, anche rivendicandole apertamente.

Intanto l'Ue ha varato nuove sanzioni contro la compagnia d'armi privata, insieme all'agenzia Federal News Agency o Ria Fan, nota come 'la fabbrica dei troll' e parte della galassia media Patriot, che fa sempre capo allo chef di Putin.

Mentre si prova a far luce su quello che si profila come l'ennesimo crimine di guerra in Ucraina, sul terreno restano alti i timori di un possibile incidente nella centrale nucleare occupata di Zaporizhzhia, dove una mina russa è esplosa «vicino a uno dei reattori», secondo quanto riferito da Energoatom.

Bakhmut è russa? Per ora sembra di no

Intanto, continua il botta e risposta tra i due schieramenti sulle sorti di Bakhmut, città simbolo della guerra e teatro della più lunga battaglia dall'inizio del conflitto. Secondo l'esercito di Mosca, le truppe ucraine sono ormai circondate e la loro possibilità di ricevere riserve e rifornimenti e di ritirarsi «è bloccata».

Ma se da una parte gli ucraini continuano a insistere che i russi «non raggiungono i loro obiettivi» nella città, anche Prigozhin frena sugli annunci di Mosca, bollando come «prematuro» parlare di «accerchiamento completo» perché «l'esercito ucraino continua a portare rinforzi e a trasferirli in città».

«Prepariamo azioni potenti»

Guardando al futuro, resta l'incognita su quando sarà lanciata la preannunciata controffensiva di Kiev, che intanto incassa l'ok di Berlino alla Polonia per l'invio in Ucraina di cinque Mig-29 della Ddr, venduti a Varsavia nel 2002.

«Prepariamo azioni potenti», ha annunciato Volodymyr Zelensky dopo una riunione del gabinetto militare in formato speciale con i capi della Difesa, l'intelligence e l'ufficio presidenziale. «Stiamo preparando i ragazzi» e «siamo in attesa della consegna delle armi promesse dai nostri partner», ha aggiunto.

Sul fronte diplomatico, la tensione resta alta, con la Norvegia che ha annunciato l'espulsione di quindici «agenti dell'intelligence russa» che lavoravano presso l'ambasciata di Mosca a Oslo.

«Sono stati dichiarati indesiderabili perché svolgono attività non compatibili con il loro status diplomatico» e lasceranno il Paese «a breve», ha spiegato in un comunicato il ministro norvegese Anniken Huitfeldt. Da Mosca, il ministero degli Esteri russo ha promesso di «adottare una risposta appropriata» alla decisione delle autorità di Oslo.