L'America continua a dividersi e rimanere col fiato sospeso per il possibile arresto di Donald Trump per il caso della pornostar Stormy Daniels, che mette nuovamente in imbarazzo anche la silenziosa ex first lady Melania.
Dei manifestanti tengono cartelli sui gradini di fronte all'edificio amministrativo della città di New York in attesa di notizie su una possibile accusa penale dell'ex presidente Donald Trump, lunedì 20 marzo 2023 a New York.
La polizia di New York City porta barricate extra al di fuori del tribunale penale di New York per la potenziale incriminazione dell'ex presidente Donald Trump a New York, New York, USA, 20 marzo 2023. Le principali agenzie stampa statunitensi riferiscono che l'ex presidente Donald J. Trump potrebbe essere il primo presidente degli Stati Uniti ad essere formalmente incriminato con accuse relative a pagamenti in denaro alla pornostar Stormy Daniels.
Gli Stati Uniti col fiato sospeso per il possibile arresto di Trump
Dei manifestanti tengono cartelli sui gradini di fronte all'edificio amministrativo della città di New York in attesa di notizie su una possibile accusa penale dell'ex presidente Donald Trump, lunedì 20 marzo 2023 a New York.
La polizia di New York City porta barricate extra al di fuori del tribunale penale di New York per la potenziale incriminazione dell'ex presidente Donald Trump a New York, New York, USA, 20 marzo 2023. Le principali agenzie stampa statunitensi riferiscono che l'ex presidente Donald J. Trump potrebbe essere il primo presidente degli Stati Uniti ad essere formalmente incriminato con accuse relative a pagamenti in denaro alla pornostar Stormy Daniels.
New York intanto si blinda, con polizia, transenne e telecamere davanti al tribunale di Manhattan e alla Trump Tower.
Ma lo fanno anche altre grandi città americane, dalla capitale (dove è attesa una dichiarazione di emergenza della polizia del Congresso) a Los Angeles, per il timore di proteste accresciuto dall'impennata di minacce online, mentre esplode un pericoloso scontro istituzionale tra la Camera e il procuratore Alvin Bragg.
Il tycoon aveva preannunciato che sarebbe finito in manette il 21 marzo sollecitando i suoi fan a manifestare e «riprendersi il Paese», sulla falsariga di quanto fece nel comizio del 6 gennaio 2021 in cui li istigò a marciare sul Capitol per bloccare la certificazione della vittoria di Joe Biden.
Tempistica incerta
Ma i tempi dell'arresto, che sarebbe il primo di un ex presidente statunitense, appaiono incerti. A seconda dei media, potrebbe avvenire nelle prossime ore o, stando a Fox, non prima della prossima settimana, anche perché il gran giurì dovrebbe sentire un altro testimone mercoledì.
L'ultimo, citato dalla difesa di Trump, è stato l'avvocato Robert Costello, che ha accusato il collega Michael Cohen, all'epoca il pitbull del tycoon, di aver deciso da solo di pagare 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels per comprare il suo silenzio su un affaire di dieci anni prima che poteva compromettere la campagna presidenziale del 2016.
Reato grave o no?
Cohen invece ha sostenuto di averlo fatto su richiesta del boss e di esserne stato rimborsato con fondi elettorali sotto la falsa voce 'spese legali'. Un reato minore (misdemeanor), se classificato come falsificazione della contabilità della Trump Organization, con una pena massima di meno di un anno.
Ma l'accusa potrebbe considerarlo un reato più grave (felony) per l'intento di commettere o nascondere un altro crimine, con una pena da 1 a 4 anni.
Per il processo ci vorranno mesi
L'ex presidente subirà comunque l'onta della foto segnaletica e della rilevazione delle impronte digitali ma probabilmente gli saranno risparmiate le manette e verrà rilasciato subito, a meno che non istighi alla violenza.
Per il processo invece bisognerà attendere mesi, quando la campagna elettorale per la Casa Bianca sarà già nel vivo e forse Trump sarà incriminato in altre inchieste più serie, dagli sforzi per ribaltare l'esito delle elezioni 2020 alla gestione di documenti top secret.
La separazione dei poteri seriamente in pericolo?
Scoppia intanto uno scontro istituzionale che rischia di minare il principio della separazione dei poteri.
Con l'avallo dello speaker della Camera Kevin McCarthy, i presidenti di tre commissioni parlamentari guidate dai repubblicani (giustizia, sorveglianza e amministrazione della House) hanno inviato una lettera per chiedere la testimonianza del procuratore Alvin Bragg e documenti della sua indagine, definendola «politicamente motivata» e un «abuso senza precedenti di potere inquisitorio».
«Non ci faremo intimidire dai tentativi di minare il processo giudiziario», ha replicato un portavoce del magistrato denunciando la circolazione di «molte affermazioni false» ma senza precisare se la procura onorerà le richieste della Camera.