Lo dice la BBC Sfiorata la guerra globale nei cieli del Mar Nero, i russi sparano un missile contro un jet britannico

SDA

14.9.2023 - 12:15

Un Sukhoi-27 russo, modello di caccia dal quale è partito il missile. (foto d'archivio)
Un Sukhoi-27 russo, modello di caccia dal quale è partito il missile. (foto d'archivio)
Keystone

Fu l'atto deliberato di un pilota russo, frutto di comunicazioni ambigue con i comandi a terra, a determinare nel settembre scorso il lancio di un missile contro un jet britannico della Raf in missione di pattugliamento sul Mar Nero, nello spazio aereo internazionale.

Missile che mancò l'obiettivo, ma che avrebbe potuto innescare uno scontro diretto fra la Russia e un Paese Nato.

Lo sostiene oggi la Bbc, citando fonti interne alla Difesa, e fornendo una versione in contrasto con quella ufficiale diffusa all'epoca da Mosca – e accettata da Londra – secondo cui l'incidente sarebbe stato frutto involontario di un qualche «guasto tecnico».

Cosa è successo?

L'episodio risale al 29 settembre 2022, quando il velivolo britannico «di sorveglianza» venne intercettato da due caccia Su-27 russi.

Stando alla versione aggiornata dei fatti – testimoniata secondo la BBC anche dalle registrazioni delle conversazioni fra i Sukhoi e la base fatte attraverso i dispositivi in dotazione all'areo spia di Sua Maestà – uno dei due piloti ritenne di aver ricevuto l'ordine di fuoco e fece partire un singolo missile, andato fuori bersaglio, prima che il jet della Raf si allontanasse in fretta e furia.

Perché il jet russo ha sparato?

In realtà da terra l'ordine non era arrivato, ma le registrazioni rilevarono comunque un'espressione ambigua, «avete il bersaglio»: espressione poco chiara e «poco professionale», secondo le fonti sentite dalla Bbc, e che nei protocolli Nato «non sarebbe ammessa».

Il pilota del secondo Sukhoi, peraltro, non solo non sparò, ma si rivolse al collega a maleparole, stando sempre alle intercettazioni.

Mosca minimizza l'incidente

Poche ore dopo l'accaduto i vertici militari di Mosca confermarono l'episodio minimizzandolo però come conseguenza di «un guasto tecnico», non come uno scontro a fuoco voluto.

Spiegazione che un paio di settimane più tardi l'allora ministro della Difesa del Regno Unito, Ben Wallace, accettò con una dichiarazione pubblica, dicendosi convinto che Mosca non avesse in effetti voluto provocare alcuna «ulteriore escalation».

Interpellata di nuovo ora dalla BBC, una portavoce del dicastero ha glissato sulla versione 'corretta'. «Il nostro intento – si è limitata a dire – è sempre stato quello di proteggere le nostre operazioni ed evitare escalation non necessarie, pur informando l'opinione pubblica e la comunità internazionale».