Cop26 Un accordo ridotto, ma c'è l'obiettivo degli 1,5 gradi

SDA

14.11.2021 - 12:34

Alla Cop26 di Glasgow è stato trovato un accordo
Alla Cop26 di Glasgow è stato trovato un accordo
Keystone

Alla Cop26 di Glasgow è stato raggiunto l'accordo, anche se un po' annacquato sul carbone e i sussidi alle fonti fossili. Ma alla fine, il documento finale è stato approvato. La Svizzera ha definito il risultato «tutt'altro che soddisfacente».

14.11.2021 - 12:34

Con questa intesa, i paesi firmatari dell'Accordo di Parigi (cioè tutti i quasi 200 paesi del mondo) si impegnano a tenere il riscaldamento globale sotto 1 grado e mezzo dai livelli pre-industriali. Un passo avanti rispetto al target principale dei 2 gradi dell'Accordo di Parigi.

Il documento finale fissa l'obiettivo minimo di decarbonizzazione dei paesi al 2030: un taglio del 45% delle emissioni di CO2 rispetto al 2010. E prevede poi di arrivare a zero emissioni nette intorno alla metà del secolo. Il documento chiede agli stati di aggiornare i loro impegni di decarbonizzazione (Ndc) entro il 2022.

Le tre bozze iniziali del documento prevedevano un invito ai paesi ad eliminare al più presto le centrali a carbone e i sussidi alle fonti fossili. Ma su questo punto, nella plenaria del pomeriggio si sono impuntate Cina e India.

«Non è compito dell'Onu dare prescrizioni sulle fonti energetiche – ha detto il ministro dell'Ambiente indiano, Bhupender Yadav -. I paesi in via di sviluppo come l'India vogliono avere la loro equa quota di carbon budget e vogliono continuare il loro uso responsabile dei combustibili fossili».

Anche la Cina ha sostenuto la posizione indiana, e alla fine il presidente britannico Alok Sharma ha dovuto cedere. Trattenendo le lacrime, ha detto «capisco la delusione, ma è vitale proteggere questo pacchetto». Così, il «phase out» (eliminazione) di centrali a carbone e sussidi alle fonti fossili è diventato «phase down» (riduzione).

Svizzera: «Abolire i sussidi ai combustibili fossili»

Nel quadro della Conferenza, la Svizzera si era impegnata per l'abolizione generale di qualsiasi tipo di sussidio per carbone, petrolio e gas e per l'abbandono di ogni tipo di utilizzo del carbone.

Nel testo adottato, indica il comunicato del Dipartimento federale dell'ambiente (DATEC), «i Paesi hanno per la prima volta confermato di voler rinunciare all'energia prodotta con il carbone, le cui emissioni non possono tecnicamente essere sequestrate e abolire i sussidi inefficaci per le energie fossili quali il petrolio e il gas».

Nel pacchetto adottato a Glasgow ci sono anche tre previsioni dell'Accordo di Parigi che finora non erano state attuate: il mercato del carbonio all'articolo 6, il reporting format con cui gli stati devono riferire i loro progressi nella decarbonizzazione, e il Paris Rulebook con le regole per attuare l'Accordo di Parigi.

Erano tre dossier molto spinosi, ma dopo lunghe trattative la Cop26 è riuscita a portarli a casa

Le note dolenti

Ma ci sono anche le note dolenti. I paesi meno sviluppati denunciano che nel testo non ci sono impegni per il fondo da 100 miliardi di dollari all'anno previsto dall'Accordo di Parigi per aiutare a decarbonizzare e non ancora attuato. E non si prevede neppure un fondo, richiesto a gran voce dagli stati poveri, per ristorare i danni e le perdite dovute al cambiamento climatico.

Tuttavia, quasi tutti alla fine votano il documento. La rappresentante del Bhutan, a nome del gruppo dei paesi meno sviluppati, dice «il testo non è equilibrato. Ma ora non è il tempo di rinchiuderci nelle nostre differenze, ora è il tempo dell'unità».

Il documento finale dà l'avvio a tutta una serie di negoziati per migliorare l'azione climatica: riunioni ministeriali annuali, un negoziato sull'adattamento fino alla prossima Cop27 a Sharm el-Sheikh in Egitto, un nuovo obiettivo per la finanza climatica nel 2024 e un dialogo su di un futuro fondo per danni e perdite.

I commenti al documento finale

Greenpeace e Wwf commentano l'accordo dicendo che è debole e manca di coraggio, ma va comunque nella giusta direzione. Greta Thunberg invece è tagliente: «Solo bla bla bla, il lavoro vero comincia fuori da quelle stanze».

Per il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, il documento finale è «un compromesso. Riflette gli interessi, le condizioni, le contraddizioni e lo stato della volontà politica nel mondo oggi. La collettiva volontà politica non è stata abbastanza per superare le profonde contraddizioni».

Nel suo bilancio davanti ai media, la consigliera federale Simonetta Sommaruga ha sottolineato che «a Glasgow è apparso chiaro che il mondo ha detto addio al petrolio, al carbone e al gas». In alcuni punti si sono fatti dei progressi, ma il «risultato complessivo di questa Cop è tutt'altro che soddisfacente».

Nel corso della Conferenza, la Svizzera ha confermato i suoi contributi pari ad oltre 50 milioni di franchi al Fondo delle Nazioni Unite per l'adattamento, al Climate and Clean Air Coalition, al Least Developed Countries Fund, al Climate Investment Fund e alla High Impact Partnership on Climate Action della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Con questi contributi, la Confederazione sottolinea il suo impegno di fornire un contributo equo al finanziamento internazionale sul clima.

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