Pandemia Dopo le proteste, in Cina è addio alla strategia «zero-Covid»?

SDA

1.12.2022 - 10:48

Pechino consentirà l'isolamento domiciliare ai pazienti contagiati dal Covid-19 a basso rischio, a partire dal distretto centrale più popoloso, quello di Chaoyang.
Pechino consentirà l'isolamento domiciliare ai pazienti contagiati dal Covid-19 a basso rischio, a partire dal distretto centrale più popoloso, quello di Chaoyang.
Keystone

Pechino consentirà l'isolamento domiciliare ai pazienti contagiati dal Covid-19 a basso rischio, a partire dal distretto centrale più popoloso, quello di Chaoyang.

1.12.2022 - 10:48

Questo segnala un cambio sostanziale nel mezzo delle proteste dello scorso fine settimana contro le misure draconiane della tolleranza zero al virus.

I pazienti a basso rischio potranno effettuare l'isolamento domiciliare per una settimana se lo desiderano, ha riportato Bloomberg, citando fonti vicine al dossier. Attualmente, i contagiati sono inviati obbligatoriamente ai siti di quarantena del governo a prescindere dalla gravità per fermare le catene di trasmissione.

La nuova politica è già iniziata a Chaoyang, dove risiedono circa 3,6 milioni di persone oltre ad ambasciate e uffici di aziende straniere, e fungerà da esempio per gli altri distretti in base a una risposta che tiene conto di risorse limitate e della necessità di prevenire i disordini sociali manifestatiti in maniera di organica lo scorso fine settimana.

È il virus a dettare i cambiamenti

Lo schema prevede il montaggio di un sensore magnetizzato alla porta di casa che invia un avviso alle autorità in caso di apertura non autorizzata: tra le persone autorizzate alla quarantena domestica figurano coloro con condizioni fisiche o di vita particolari, come le donne in gravidanza.

La mossa, che diminuisce il livello di controllo dei funzionari, sta maturando da quando Pechino sta sperimentando il più grande focolaio della pandemia con oltre 5000 casi, a quota 5006, registrati mercoledì. I centri di quarantena temporanea costruiti stanno di fatto esaurendo la loro capacità.

A livello nazionale, invece, le infezioni rilevate ieri sono state 35'800, secondo gli aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale, in calo rispetto alle 37'6122 unità di martedì.

Addio alla politica «zero Covid»?

Gli sforzi della Cina contro il Covid-19 sono «in una nuova fase», ha detto la vice premier Sun Chunlan, responsabile della lotta al virus.

In un altro segnale di Pechino sulla modifica delle sue strategie dopo le proteste dello scorso weekend, Sun ha spiegato che «man mano che la variante Omicron diventa meno patogena, più persone sono vaccinate e la nostra esperienza nella prevenzione del Covid-19 si accumula: la nostra lotta alla pandemia è in una nuova fase e comporta nuovi compiti».

Sun ha incontrato ieri a Pechino la Commissione sanitaria nazionale ed esperti, senza citare il «zero-Covid dinamico», ha riferito questa notte l'agenzia Xinhua.

Le osservazioni di Sun, prive di qualsiasi riferimento allo «zero-Covid dinamico» che descrive gli sforzi cinesi della cancellazione del virus con misure draconiane, sembrano essere il primo riconoscimento ufficiale e pubblico che il virus non è più così grave, e arrivano tra altri cambiamenti nella retorica che segnalano che il Paese sta finalmente cercando di allontanarsi dalla postura basata su lockdown, test di massa e quarantena, all'origine di un crollo dell'economia, dell'isolamento internazionale e della crescente frustrazione delle persone.

Sun, incaricata del portafoglio sanitario, è diventata un sinonimo dell'approccio inflessibile alla pandemia del Paese, guadagnandosi il nomignolo di «Vecchia signora dei lockdown», a segnare che la sue presenza segnalava l'imminente arrivo di misure draconiane.

È stata lei, infatti, a seguire sul campo a Wuhan, allo scoppio della pandemia di inizio 2020, le operazioni di contrasto, diventando un riferimento fondamentale per le strategie sanitarie negli ultimi tre anni.

Le proteste continuano

Tuttavia, le nuove varianti, più contagiose e difficili da rilevare, hanno reso la risposta standard sempre meno efficace.

Resta da vedere se il tono ammorbidito usato da Sun, destinata a lasciare il governo a marzo 2023, sia in grado di placare la frustrazione e l a rabbia dei manifestanti che durante lo scorso fine settimana sono scesi a protestare in diverse città cinesi, tra cui Shanghai e Pechino, contro le rigide politiche anti-Covid.

Ulteriori manifestazioni, tuttavia, sono state per lo più frenate e ostacolate negli ultimi giorni dalla massiccia presenza della polizia.

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