Late Night USA «Cultura della paura»: quando l'intimidazione diventa una strategia

Di Philipp Dahm

15.11.2019

«Last Week Tonight»: l'esito del processo e gli eventi che lo hanno preceduto.
«Last Week Tonight»: l'esito del processo e gli eventi che lo hanno preceduto.

«Last Week Tonight» si scaglia contro un problema molto noto anche in Europa: le cause legali a scopo intimidatorio. La trasmissione ne fornisce un esempio evocativo e divertente, ma anche raccapricciante.

«Se la frase "Greta Thunberg avrebbe ucciso Jeffrey Epstein" contiene la parola "avrebbe"» è per evitare una causa giudiziaria.

È con questa frase, potente come una palla di cannone scagliata contro lo spettatore attento, che viene introdotto il tema dell'ultimo episodio della trasmissione «Last Week Tonight» di HBO: le cause legali a scopo intimidatorio. Il presentatore John Oliver ne ha fatto esperienza diretta, come confessa in tutta franchezza.

Nel 2017, in una puntata, ha infatti parlato di Bob Murray, all'epoca CEO del più grande produttore di carbone statunitense: la trasmissione trattava la vicinanza del patron di Murray Energy a Donald Trump, le sue azioni contro la protezione dei lavoratori e gli sforzi compiuti per attribuire il crollo di una miniera avvenuto nel 2007 ad un presunto terremoto, malgrado nel 2008 un’agenzia governativa avesse puntato il dito contro le tecniche di estrazione illegali.

«Ingoia la tua merda, Bob»

Tutto ciò, però, non ha divertito per nulla il miliardario 79enne, che minacciò di perseguire legalmente non solo il «Last Week Tonight», ma anche l'emittente HBO, che ha dovuto quindi «lottare per la sopravvivenza», racconta Oliver. Il multimilionario, infatti, mantenne la parola. «È stato due anni fa ma dato che il processo era in corso, non ne abbiamo potuto parlare fino ad oggi, ma ora [Bob] Murray ha rinunciato», spiega John Oliver.

La trasmissione è stata al centro dell'attenzione dei telegiornali.
La trasmissione è stata al centro dell'attenzione dei telegiornali.

Ma cos'è che non è piaciuto al magnate del carbone? Probabilmente il fatto di essere stato paragonato ad un «decrepito Dottor Male», afferma il presentatore. Durante la trasmissione, prosegue Oliver, c'è stata anche l'apparizione di un personaggio travestito da scoiattolo che teneva un assegno con la scritta «Ingoia la tua merda, Bob», che ha suscitato solo un sorriso stanco da parte dei suoi avvocati.

Una somiglianza che non è che una pura coincidenza: il Dottor Male di «Austin Powers» e il magnate del carbone Bob Murray.
Una somiglianza che non è che una pura coincidenza: il Dottor Male di «Austin Powers» e il magnate del carbone Bob Murray.

Tuttavia c'era una buona ragione per tutto ciò, come racconta il presentatore a partire dal minuto 2’29’’: all'epoca, Bob Murray corrispondeva dei premi ai lavoratori, in funzione della quantità di carbone estratto. Ciò finiva per compromettere l'osservanza della normativa in materia di sicurezza. Quando un minatore contrario a tale pratica scrisse tale imperativo a caratteri scatologici su di un assegno da 3,22 dollari (circa 3,19 franchi), il datore di lavoro cercò di licenziarlo.

Mai così triste

Una reazione cruda, soprattutto quando si è molto suscettibili come Bob Murray. «Nulla lo ha mai colpito tanto quanto questo attacco crudele e ingannevole» da parte di John Oliver e compagnia, hanno scritto i suoi avvocati. A partire dal minuto 4’11’’, lo vediamo lamentarsi con la Fox, un canale conservatore.

La sopravvivenza di HBO minacciata da una denuncia? Una risposta colma di autoderisione: basterà fare qualcosa di nuovo su «Game Of Thrones».
La sopravvivenza di HBO minacciata da una denuncia? Una risposta colma di autoderisione: basterà fare qualcosa di nuovo su «Game Of Thrones».

Murray afferma di non aver mai fatto altro che rispettare la legge, creare nuovi posti di lavoro e offrire il meglio al suo paese. «Questa gente è molto cattiva», ha proseguito il magnate, il cui padre è rimasto paralizzato in seguito ad un incidente in miniera. E la replica di John Oliver: «Chiaramente non era altro che una sciocchezza per tentare di farci stare zitti.» Dal momento che il caso è stato archiviato da un giudice della Virginia Occidentale nel febbraio 2018, il tentativo di far cancellare da Internet il contenuto diffuso nel 2017 è ugualmente fallito: oggi lo si può trovare a questa URL memorabile, StillOnTheInternetBigTime.com.

Tuttavia, Bob Murray ha fatto ricorso in appello e John Oliver e la sua redazione devono essere rimasti inorriditi nell'apprendere che il caso sarebbe stato riaperto proprio dal giudice della Virginia Occidentale Allen Loughry, bersaglio di scherno da parte del «Last Week Tonight» nel 2015: a partire dal minuto 5’44’’, John Oliver si scagliava contro la clip elettorale nella quale questi si candidava alla Corte suprema dello Stato.

Il martello del giudice si ritorce contro di lui

«Pretendere che [il giudice] chiami il suo pene "Martello" non è forse l'opzione migliore», scherza il presentatore britannico, prima di riconoscere tuttavia che tutti quanti si erano molto preoccupati a tal proposito. Fortunatamente per gli impiegati dell'emittente televisiva, Allen Loughry e tre suoi colleghi sono stati destituiti per appropriazione indebita di fondi pubblici. Inoltre, a seguito del fallimento della Murray Energy Corporation, non si è neppure più parlato di una revisione: la denuncia, infatti, è stata ritirata alcuni mesi fa.

Il giudice Allen Loughry, il cui nome si pronuncia quasi esattamente come «law» e «free».
Il giudice Allen Loughry, il cui nome si pronuncia quasi esattamente come «law» e «free».

Dal canto suo, il presentatore 42enne ritiene che a Bob Murray non sia mai importato vincere effettivamente il processo. Secondo lui, il caso è uno SLAPP («Strategic Lawsuit Against Public Participation»). In parole povere si tratta di mosse strategiche, avviate allo scopo di imbavagliare i detrattori con mezzi giuridici. Anche se l’iniziativa è chiaramente destinata al fallimento, la denuncia viene presentata ugualmente perché l’obiettivo è innanzitutto intimidire e mettere a dura prova i nervi dell'avversario.

Negli Stati Uniti, anche le persone più in vista vengono coinvolte: quando l'autore Tim O’Brien ha scritto in un libro che Donald Trump aveva sul suo conto dai 150 ai 250 milioni di dollari (da 149 a 248 milioni di franchi), il presidente statunitense lo ha perseguito legalmente, reclamando una somma utopistica di cinque miliardi di dollari (circa 4,96 miliardi di franchi). «Se Trump avesse vinto, avrebbe avuto 5,2 miliardi di dollari» (circa 5,16 miliardi di franchi), stima John Oliver. Dopo il fallimento della sua causa, Trump ha riconosciuto nel marzo 2016 che si era trattato solamente di complicare la vita a Tim O’Brien.

Dei processi kafkiani

Questa è l'essenza di certi casi: anche se a un livello inferiore vengono respinti, possono comunque esaurire le risorse della controparte attraverso indagini, valutazioni e ricorsi. Queste azioni legali non riguardano solo i giornalisti, avverte il moderatore. «A volte servono anche a mettere a tacere i cittadini attivisti».

Tom Cruise vince sempre!
Tom Cruise vince sempre!

Ne vengono forniti alcuni esempi dal minuto 9’46’’. A Uniontown, in Alabama, quattro abitanti sono stati perseguiti legalmente nel 2016 per aver espresso su Facebook le loro preoccupazioni riguardo lo stoccaggio di materiale inquinante in una discarica locale. Il gestore, Green Group, ha richiesto a ognuno di loro 30 milioni di dollari (circa 29,7 milioni di franchi), una somma decisamente spropositata in una regione non sviluppata. Un’organizzazione cittadina ha sostenuto gli accusati e la causa è stata ritirata – ma da allora, gli attivisti hanno paura di prendere la parola, come mostra il video a partire dal minuto 10’58’’.

Beninteso, i giuristi convengono da molto tempo sul fatto che queste denunce abbiano come unico obiettivo quello di intimidire: 30 Stati hanno, infatti, promulgato delle leggi contro le «SLAPP suits», concepite per proteggere i pesci piccoli dai pesci grossi. Tuttavia, negli altri 20 Stati – come in Virginia-Occidentale –, non si applica nessuna regolamentazione in questo senso e un magnate del carbone multimilionario dell’Ohio può trascinare in tribunale un newyorkese dal cuore malizioso, come John Oliver.

Una cultura della paura

Bob Murray ha così condotto ben nove cause giudiziarie contro giornalisti tra il 2001 e il 2015, secondo il «Washington Post»: come dimostra anche l’estratto a partire dal minuto 12’35’’, ciò ha delle conseguenze nell’ambito del quarto potere. «È precisamente con questa cultura della paura [che Bob Murray vuole spingere] la gente a riflettere due volte prima di parlare delle sue imprese o di segnalare dei fatti; non a caso, l’espressione facciale di Bob Murray sembra l'immagine di un uovo che vi sta spogliando con gli occhi.»

Bob Murray: si comprende il paragone con l’uovo…
Bob Murray: si comprende il paragone con l’uovo…

Il caso che ha coinvolto Jim e Lisa Ciocia, che hanno manifestato davanti alla sede di Murray Energy a Pepper Pike, in Ohio, insieme a circa altri 18 cittadini, con cartelli che si rivolgevano a lui ancora con rispetto, chiamandolo «M. Murray», mostra fino a dove si possano spingere queste cause.

I due hanno dovuto presentarsi in tribunale, così come il «Chagrin Valley Times», un giornale che aveva riportato la mini-manifestazione. Il ricorso comprendeva delle spese giudiziarie a sei cifre: anche se il magnate del carbone ha perso il processo, il giornale locale non riporta più il minimo articolo sulla manifestazione.

L’obiettivo sono le cause infruttuose

Ma è così che Bob Murray ha finito per ottenere quel che voleva, riassume John Oliver. Il risultato è che non si trova praticamente nulla sui media riguardo i due processi in corso o le denunce precedenti depositate dai suoi impiegati. Una donna infatti accusa Bob Murray di aver lasciato cadere a terra degli oggetti che lei ha dovuto cercare e raccogliere. In un caso, uno di questi oggetti era un calcolo renale che l'uomo aveva ripescato in bagno dopo averlo eliminato, particolare che tuttavia la donna ha scoperto solo dopo averglielo restituito. L’imputato contesta le accuse.

La fine della trasmissione in stile Broadway: «Last Week Tonight» accompagna la canzone.
La fine della trasmissione in stile Broadway: «Last Week Tonight» accompagna la canzone.

Il presentatore spiega che Bob Murray è costato al suo datore di lavoro 200’000 dollari (circa 199 000 franchi) in spese giuridiche e che anche se queste spese sono state coperte parzialmente dall’assicurazione, sono aumentati di pari passo pure i premi assicurativi. Afferma di aver avuto la fortuna di essere stato sostenuto dal suo canale televisivo. Ma non c’è più posto per dichiarazioni intrise di insulti, sospira l’uomo, figlio di un operatore sociale e di una professoressa di musica.

In seguito, a partire dal minuto 20’59’’, il presentatore si mette a cantare un grandioso inno-invettiva per chiudere la sua trasmissione: i fan delle battute sottili sorrideranno ascoltandolo: «Si masturba davanti alla "Lista di Schindler"». Gli appassionati di umorismo crudo apprezzeranno questa semplice dichiarazione: «Ci si vede in tribunale, stronzo!»

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