USA 2024Duello tra i vice, l'ultima sfida prima del voto negli Stati Uniti?
SDA
1.10.2024 - 21:41
Il folk hero contro l'attack dog, il governatore-coach che sa parlare dritto al cuore della gente comune contro il senatore con laurea a Yale che usa la sua ars oratoria per amplificare il messaggio populista di Donald Trump.
01.10.2024, 21:41
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Si può leggere anche così la sfida TV martedì notte a New York tra Tim Walz e JD Vance, i due candidati vice alla Casa Bianca. Un dibattito che potrebbe essere l'ultimo duello prima del voto, dopo che il tycoon ha rifiutato per ora il secondo confronto proposto da Kamala Harris.
Il faccia a faccia tra i numeri due in genere ha effetti piuttosto deboli, ma in una gara serrata come quella in corso può essere decisivo se riesce a spostare qualche migliaio di voti negli Stati in bilico, soprattutto nel Midwest, di cui sia il governatore del Minnesota che il senatore dell'Ohio sono espressione.
In ogni caso è un'occasione per colmare un deficit di notorietà, visto che entrambi erano poco conosciuti a livello nazionale quando sono stati scelti come running mate.
Inevitabili le scintille
Inevitabili le scintille in un dibattito con i microfoni aperti, contrariamente ai due precedenti duelli presidenziali. Ma niente pubblico, niente appunti e nessun fact-checking nei 90 minuti – comprese le pause pubblicitarie – programmati dalla Cbs in prime time (dalle 21 locali, le 3 di notte in Svizzera).
Sul fronte tifo da segnalare solo la proiezione dei democratici sulla Trump Tower di citazioni di Vance prima che diventasse un ardente sostenitore del tycoon, come «Che idiota» o «Trump è un codardo».
I due vice si sono allenati in alcune simulazioni: Vance aiutato dalla moglie Usha e con il numero tre repubblicano alla Camera Tom Emmer nei panni di Walz; quest'ultimo utilizzando il segretario ai trasporti Pete Buttigieg per impersonare il rivale.
Walz ha più esperienza di governo e un maggior indice di gradimento ma meno doti oratorie e confidenza con i media, a differenza di Vance, autore anche del bestseller «Elegia americana».
Agli antipodi su tutto
Separati dall'età, 60 il primo e 40 il secondo (al contrario dei due decenni che dividono Harris da Trump), i duellanti restano agli antipodi su tutto: aborto, armi, economia, immigrazione.
Con Walz accusato di essere un estremista di sinistra che ha mentito sul proprio passato militare, e il «bizzarro» Vance nel mirino per le sue posizioni radicali su migranti, Lgbtq+, ambiente. Nonché per le sue gaffe contro le «gattare infelici senza figli» e gli haitiani che mangiano gatti ed anatre in Ohio.
Nata nel 1976 per consentire agli americani di valutare la capacità di governare subentrando eventualmente al commander in chief, la tradizione dei dibattiti tra candidati vice ha regalato a volte battute memorabili. Come quando nel 2020 Harris zittì Mike Pence che la stava interrompendo, dicendogli «signor vicepresidente, sto parlando io».
O come quando nel 1988 Lloyd Bentsen, running mate del dem Michael Dukakis, replicò prontamente a Dan Quayle – il vice di George H. W. Bush – che aveva citato Jfk per difendersi da una domanda sulla sua giovane età: «Senatore, ho prestato servizio con Jack Kennedy. Lo conoscevo, era un mio amico. Senatore, lei non è Jack Kennedy».