Guerra Erdogan vedrà Putin: «Chiederà un cessate il fuoco in Ucraina»

SDA

7.8.2023 - 22:11

Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan
Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan
KEYSTONE/AP

La guerra in Ucraina prova a imboccare la strada della diplomazia, ancora una volta attraverso la mediazione turca: secondo una fonte dell'amministrazione di Ankara a Ria Novosti, durante i colloqui con Vladimir Putin previsti questo mese – forse l'ultima settimana di agosto secondo il quotidiano Hurriyet – il presidente Erdogan proporrà una ripresa dei colloqui di pace per raggiungere un cessate il fuoco anticipato.

Ma l'indiscrezione basta a far ribadire a Kiev che per il governo di Zelensky non esiste alcun compromesso fatto di tregue immediate e negoziati che diano alla Russia il tempo di restare in Ucraina. «L'unica 'base per i negoziati' è quella della Formula di pace del presidente Zelensky», ha assicurato il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, secondo cui solo il ritiro delle truppe russe al confine del 1991 resta un'opzione valida.

Nel frattempo sembra mostrare qualche incertezza persino la monolitica alleanza di Mosca con la Cina, intaccata già dalla partecipazione di Pechino al vertice di pace di Gedda. Un summit, secondo il ministero degli Esteri cinese, i cui colloqui hanno contribuito a «consolidare il consenso internazionale sulla soluzione della crisi ucraina», e dove l'inviato speciale cinese per gli Affari eurasiatici, Li Hui, «ha avuto ampi contatti e comunicazioni con tutte le parti sulla soluzione politica della crisi».

Gedda un vertice «senza valore»

La partecipazione della Cina all'incontro in Arabia Saudita non evidenzia di certo una inversione di rotta, ma secondo alcuni osservatori ha segnalato possibili cambiamenti nell'approccio di Pechino sulla vicenda. E dopo Gedda, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha confermato in una telefonata con l'omologo russo Sergei Lavrov che Pechino intende mantenere una posizione indipendente e imparziale» sulla guerra, con una «voce obiettiva e razionale» per promuovere «attivamente colloqui di pace».

Lavrov, da parte sua, ha affermato che la Russia è molto d'accordo con «il documento di posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi ucraina» di 12 punti, presentato a fine febbraio, e «apprezza e accoglie con favore il ruolo costruttivo della Cina in questo senso». Ma di certo, Mosca non può ritenersi soddisfatta dell'imparzialità – dichiarata – di Pechino.

E intanto, la portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, ha ribadito come il vertice di Gedda sia stato «senza valore» per la mancata presenza russa, e che un accordo di pace è possibile solo se Kiev interrompe le ostilità.

Le accuse al Brasile

Nel frattempo, il presidente Zelensky prova a costruire alleanze anche in America Latina, facendo appello ai leader della regione contro il «colonialismo» della Russia e ribadendo il disappunto per la posizione sulla guerra del leader brasiliano Lula, accusato dal leader ucraino di «concordare con le false narrazioni di Putin».

Intanto, continuano le tensioni nell'Europa orientale, con la Polonia che ha accusato la Bielorussia di organizzare con Mosca una nuova crisi di migranti, dato l'aumento dei flussi di stranieri irregolari entrati nel Paese dai confini di Minsk.

Una situazione che ha spinto le guardie di frontiera a chiedere altri mille soldati per pattugliare la frontiera comune, dopo che già era stato rafforzato il contingente di fronte alla presenza dei mercenari Wagner nella nazione alleata dei russi.

Estate di guerra

Mentre si lavora negli uffici della diplomazia, l'estate di guerra continua a spargere sangue sul terreno in Ucraina, dove per tutta la notte sono cadute le bombe russe su Kherson provocando la morte di una donna. Attacchi sono stati lanciati anche su Dnipropetrovsk, dove un uomo è morto e un altro è rimasto ferito a Nikopol. E in serata, due attacchi missilistici hanno colpito la città di Pokrovsk, nella regione di Donetsk e centrando un edificio residenziale e provocando vittime, almeno un morto e sette feriti.

Le forze russe hanno intanto rivendicato di essere avanzate di 3 chilometri sul fronte di nordest verso Kupiansk, nella regione di Kharkiv. Ma oltre il confine, la Russia deve fare i conti con un nuovo tentativo di attacco su Mosca con un drone, abbattuto nella regione di Kaluga a meno di 200 chilometri a sud-ovest della capitale.

Nel frattempo continua la corsa alle armi: Putin ha chiesto alla holding statale russa delle tecnologie, Rostec, di aumentare la produzione di droni Kub e Lantset, molto utilizzati nell'invasione.