Primo ministroMacron nomina Barnier, Le Pen possibilista, insorge la Gauche. Il tempo stringe
SDA
5.9.2024 - 19:25
Un «patriota ed europeo» a Matignon: a due mesi dal secondo turno delle elezioni anticipate del 30 giugno e del 7 luglio che hanno causato una delle peggiori impasse nella vita politica francese, Emmanuel Macron sceglie una personalità di grande esperienza per prendere il posto del giovane premier Gabriel Attal.
05.09.2024, 19:25
05.09.2024, 19:27
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Si tratta del più volte ex ministro, ex commissario Ue ed ex caponegoziatore europeo nelle complesse trattative per la Brexit Michel Barnier, esponente neogollista dei Les Républicains di 73 anni. Una scelta duramente contestata dalla gauche che per Matignon reclamava un premier di sinistra.
Ad accendere le polemiche, poco dopo l'annuncio con un comunicato dell'Eliseo a metà giornata, è stato il leader della France Inoumise, Jean-Luc Mélenchon, che ha denunciato «un'elezione rubata ai francesi».
Mentre secondo il primo segretario socialista, Olivier Faure, la Francia «sta entrando in una crisi di regime».
Le Pen possibilista
La scelta del savoiardo dall'ineccepibile impegno europeista è stata invece accolta con una certa apertura dal Rassemblement National di Marine Le Pen.
Nei giorni scorsi, durante le trattative durate oltre due settimane per trovare una quadra, il partito dalla Fiamma Tricolore si era subito opposto agli altri due nomi in lizza nel toto-premier: l'esponente di centrodestra Xavier Bertrand (Les Républicains) e l'ex premier socialista Bernard Cazeneuve.
Per entrambi l'ex Front National – che nelle elezioni politiche anticipate ha ottenuto 11 milioni di voti, piazzandosi primo all'Assemblea Nazionale – aveva minacciato di sfiduciarli immediatamente nel caso di una nomina a Matignon.
Cosa che invece non ha detto per Barnier.
Frecciatina di Hollande
Ed è forse anche per questo che Macron ha deciso di optare per questa scelta più neutra e consensuale, tanto che la gauche accusa adesso il presidente di fare un governo su indicazione del Rn.
Emblematica la frecciata dell'ex presidente socialista, Francois Hollande, secondo cui Barnier è diventato primo ministro grazie ad una «liberatoria» lepenista.
Premier più anziano nella storia della Quinta Repubblica, esponente della destra cosiddetta sociale, divenuto in questi ultimi anni più duro sul fronte dell'immigrazione, Barnier si è sempre definito «patriota ed europeo».
«Congratulazioni a Barnier per la sua nomina a primo ministro. So che ha a cuore gli interessi dell'Europa e della Francia, come dimostra la sua lunga esperienza», ha scritto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
Ma chi è Michel Barnier? Una carriera di oltre 40 anni
Terzo figlio di un imprenditore savoiardo e di una madre cattolica di sinistra, grande amante della montagna, Barnier fu eletto per la prima volta deputato in Savoia a 27 anni, nel 1978.
Nel 1993 il primo incarico da ministro, poi tre volte durante le presidenze di Jacques Chirac (Esteri) e Nicolas Sarkozy (Agricoltura).
È stato due volte commissario a Bruxelles, poi, tra il 2016 e il 2021, ha guidato le trattative per la Brexit.
L'arduo compito, formare un governo
Ora dovrà usare le sue doti di mediatore per tentare di formare un esecutivo in grado di scongiurare il rischio di sfiducia parlamentare che pende sul futuro governo, visto che gli unici deputati che lo sostengono apertamente, centristi e Républicains, non arrivano da soli alla maggioranza.
Riuniti nel cartello Nouveau Front Populaire piazzatosi primo alle elezioni, Insoumis e buona parte dei socialisti promettono invece una mozione di sfiducia all'Assemblée Nationale, nonché una manifestazione di protesta dopodomani, in nome del rispetto della democrazia.
Il Rn, che unendosi al Nfp può in ogni momento decidere di far cadere il prossimo governo, rimane più possibilista, in attesa di «valutare il discorso di politica generale» di Barnier.
Il tempo stringe.
Anche perché la manovra finanziaria 2025 va depositata in Parlamento al più tardi il primo ottobre.
Senza contare che il ministero delle Finanze ha appena annunciato una nuova deriva del deficit, stimato al 5,6% del Pil per il 2024, in assenza di nuovi risparmi.