Stati UnitiIl processo a Trump per le carte segrete al via a maggio
SDA
21.7.2023 - 19:59
Il processo per le carte segrete che Donald Trump portò via dalla Casa Bianca e nascose nel suo resort di Mar-a-Lago inizierà il 20 maggio del 2024, in piena campagna elettorale e a pochi mesi dal voto.
21.07.2023, 19:59
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Dopo settimane di riflessione la giudice Aileen Cannon, nominata all'epoca proprio dal tycoon, ha scelto la via del compromesso tra la richiesta dei legali dell'ex presidente di iniziare il procedimento solo dopo le elezioni e quella del procuratore speciale Jack Smith di cominciarlo a dicembre e chiuderlo rapidamente.
Un successo solo a metà per Trump perché se da una parte a fine maggio le primarie saranno praticamente concluse in tutti gli Stati, dall'altra a luglio è in programma la convention repubblicana e l'inizio ufficiale della stagione elettorale.
Non è un segreto che i legali dell'ex presidente puntino tutto su un suo ritorno alla Casa Bianca che gli permetta di dare un colpo di spugna a guai giudiziari ed incriminazioni.
Queste nei prossimi giorni potrebbe arrivare a tre, con la decisione attesa a breve del grand giurì sul ruolo del tycoon nella rivolta del 6 gennaio 2021 e nel tentativo di ribaltare il risultato del voto vinto da Joe Biden.
Cannon ha anche fissato il calendario di tutte le udienze da qui fino alla fine dell'anno e stabilito che il processo si terrà a Fort Pierce, in Florida, città costiera a due ore e mezza da Miami e roccaforte di Trump che in tutte le contee della zona ha stravinto sia nel 2016 che nel 2020.
Un ultimo sondaggio vede Biden in vantaggio
Sul fronte democratico, Biden per il momento si gode un sondaggio dell'università di Monmouth che gli assegna il 47% dei voti contro il 40% per il tycoon, mentre Robert Kennedy Jr – l'unico altro candidato alla primarie assieme alla scrittrice Marianne Wilson – imbarazza partito e famiglia per la gioia dei repubblicani. Dopo il video shock in cui dichiarava che il Covid «è stato studiato per attaccare i bianchi e i neri piuttosto che gli ebrei ashkenaziti e i cinesi», è stato ascoltato da una commissione del Congresso.
L'avvocato ambientalista, noto per le sue tesi no-vax e complottiste, si è difeso dicendo dicendo di non essere né un antisemita né un razzista, appellandosi alla libertà di parola e accusando l'amministrazione Biden di volerlo mettere a tacere. Un vero assist al Grand Old party che lo ha chiamato a testimoniare proprio per accusare il presidente di censura.
La famiglia sempre più imbarazzata
A scagliarsi contro il nipote di JFK più che la Casa Bianca però è stata la famiglia, sempre più imbarazzata dalle sue uscite. Il cugino Jack Schlossberg, figlio di Caroline Kennedy, lo ha attaccato in un video su Instagram elogiando invece Biden come «il più grande presidente progressista e vero erede» di suo nonno.
«Robert Jr dovrebbe sostenerlo e invece specula su Camelot e le teorie del complotto in cerca di guadagno personale e fama», ha dichiarato senza mezzi termini Jack. «L'ho ascoltato. Lo conosco. Non ho idea del perché qualcuno pensi che dovrebbe essere presidente. Quello che so è che la sua candidatura è imbarazzante».