Ballottaggio In Montenegro sfida tra Djukanovic e Milatovic

SDA

2.4.2023 - 08:00

Jakov Milatovic. lo sfidante, e la moglie mentre si recano al seggio per votare.
Jakov Milatovic. lo sfidante, e la moglie mentre si recano al seggio per votare.
Keystone

In Montenegro si vota oggi per il ballottaggio delle presidenziali, che vede la sfida tra il capo di stato uscente Milo Djukanovic, veterano della politica locale alla ricerca di un terzo mandato, e il giovane economista Jakov Milatovic.

2.4.2023 - 08:00

Milo Djukanovic è alla guida del piccolo Paese balcanico ininterrottamente da un trentennio sia come capo di stato che come premier. Aperti dalle 7, i seggi chiuderanno alle 20 (stessa ora svizzera).

Al primo turno del 19 marzo scorso Djukanovic – che è leader del Partito democratico dei socialisti (Dps) – ha ottenuto il 35,3%, mentre a Milatovic – co-fondatore del Movimento Europa ora (Pes) – è andato il 28,9%.

Milatovic è tuttavia dato da molti per favorito potendo contare sull'appoggio annunciato dagli altri cinque candidati in lizza al primo turno, tutti avversari di Djukanovic. 'Mandare in pensione Djukanovic' è stata la parola d'ordine di Milatovic, che nel duello televisivo a chiusura della campagna elettorale ha definito il presidente uscente 'ultimo dittatore europeo', accusandolo della corruzione e della criminalità dilaganti nel Paese.

Gli argomenti di Djukanovic

«Lei si presenta in modo falso come l'uomo del futuro», ha ribattuto Djukanovic, che rinfaccia allo sfidante i suoi stretti legami con la Serbia, e insiste nel sottolineare i suoi meriti nell'aver consolidato il posto del Montenegro nel campo occidentale – l'indipendenza conquistata nel 2006 con la separazione da una Unione con la Serbia, l'ingresso nella Nato nel 2017 e il negoziato di adesione alla Ue in corso da un decennio.

Entrambi gli sfidanti, che si professano europeisti convinti, si sono detti certi della vittoria. Una sconfitta di Djukanovic segnerebbe la fine di un'era in Montenegro, da un paio d'anni in preda a una profonda instabilità politica e istituzionale, e dove lo steso Djukanovic ha sciolto nei giorni scorsi il parlamento fissando nuove elezioni per l'11 giugno prossimo.

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