Vista come una leader delle proteste Iran, ecco come la polizia ha molestato e ammazzato la 16enne Nika

SDA

1.5.2024 - 11:23

Picchiata e violentata da tre agenti della sicurezza prima di essere uccisa e gettata per le strade di Teheran. Le accuse sull'agonia di Nika Shakarami, tra i volti più noti delle proteste antigovernative in Iran del 2022, erano già emerse poco dopo la morte della sedicenne ma ora sono documenti segreti, pubblicati dalla Bbc, a provare l'inferno vissuto dall'adolescente prima di essere uccisa.

Una foto di Nika Shah Karmi è una delle centinaia di cartelli e fiori che riempiono il prato del Campidoglio degli Stati Uniti, in memoria dei manifestanti uccisi nelle rivolte del 2019 e del 2022 in Iran. Il memoriale è stato organizzato e installato dall'Organizzazione delle comunità iraniane americane. Washington DC Stati Uniti
Una foto di Nika Shah Karmi è una delle centinaia di cartelli e fiori che riempiono il prato del Campidoglio degli Stati Uniti, in memoria dei manifestanti uccisi nelle rivolte del 2019 e del 2022 in Iran. Il memoriale è stato organizzato e installato dall'Organizzazione delle comunità iraniane americane. Washington DC Stati Uniti
IMAGO/NurPhoto

La storia di Nika è una delle pagine più oscure delle proteste scoppiate nell'autunno del 2022 in Iran, in seguito alla morte di Mahsa Amini, una ventenne di origine curda che ha perso la vita a causa di percosse, come denuncia un'inchiesta delle Nazioni Unite, dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non avrebbe portato «correttamente» il velo, obbligatorio in pubblico nella Repubblica islamica fin dalla sua fondazione.

Nika Shakarami si unì subito alle grandi manifestazioni di piazza a pochi giorni dalla morte della giovane. Le immagini della sedicenne che brandisce il suo hijab in fiamme, mentre i manifestanti attorno a lei gridano «morte al dittatore», hanno fatto il giro del mondo e restano una testimonianza vivida del clima di quei giorni.

La sua morte era un mistero

Nika scompare il 20 settembre, dopo essere uscita di casa per unirsi ad una nuova giornata di contestazioni contro il governo.

Dieci giorni dopo la famiglia viene informata della morte della figlia, il suo corpo giace nella camera mortuaria di un centro di detenzione. La ragazza non ha pace nemmeno il giorno del suo funerale, che la famiglia voleva tenere a Khorramabad, la città nell'Iran occidentale di cui il padre di Nika era originario: il corpo viene preso dalle forze di sicurezza e seppellito in un'altra località, il villaggio di Veysian.

Nonostante un certificato medico dichiari che la ragazza ha perso la vita a causa di «ferite multiple causate da colpi sferrati con un oggetto rigido», le circostanze della morte restano misteriose, come sottolineano alcuni membri della famiglia di Nika sui social media.

S'inventa la storia del suicidio

Alcuni suoi famigliari saranno arrestati e successivamente costretti a confessare alla tv di Stato iraniana che la ragazza è morta suicida lanciandosi da un edificio. La stessa conclusione a cui era arrivata un'inchiesta della procura di Teheran.

I documenti di Bbc provano invece che il suicidio di Nika è soltanto un'argomentazione di facciata e l'adolescente è stata uccisa da tre membri delle forze di sicurezza che hanno anche abusato di lei mentre era in custodia.

Catturata poiché considerata una delle leader delle proteste

L'inchiesta si basa sulla trascrizione di un'audizione, riguardo al caso della ragazza, tenuta dalle Guardie della rivoluzione con membri delle forze di sicurezza che tenevano sotto controllo le manifestazioni.

Secondo la ricostruzione, alcuni agenti infiltrati tra i dimostranti a Teheran avevano individuato Nika come una leader delle rivolte e per questo motivo avevano catturato la ragazza durante le manifestazioni, riuscendoci solo dopo un paio di tentativi falliti.

Ammanettata e caricata su un anonimo furgone, Nika era sorvegliata da tre agenti e inizialmente è stata portata in alcuni centri di detenzione che però non l'hanno accettata perché le celle erano già stipate con altri manifestanti o per timore che la ragazza potesse incitare i detenuti a ribellarsi.

Uccisa nel retro di un furgone

A quel punto, viene deciso di portare la ragazza a Evin, il famigerato carcere dei dissidenti politici a nord di Teheran. Durante il viaggio, Nika si agita, insulta gli agenti, si dimena.

Uno di loro si siede sopra di lei e comincia a molestarla sessualmente con le mani. La ragazza cerca di difendersi ma viene colpita con manganellate e con un taser.

Sentendo le grida ma non riuscendo a capire precisamente quanto stesse succedendo nel retro del furgone, il capo degli agenti di sicurezza seduto accanto al guidatore ordina di accostare.

Quando apre il portellone trova il corpo senza vita di Nika con il volto insanguinato. Dopo che una stazione di polizia rifiuta di accettare il cadavere della sedicenne, gli agenti decidono di abbandonare il corpo senza vita della giovane sul bordo di una strada.

Il documento è autentico

Secondo l'inchiesta, i responsabili della morte di Nika pare non abbiano subito provvedimenti disciplinari, forse perché facevano parte di un gruppo paramilitare iraniano noto come 'Hezbollah' – ma non legato al partito libanese – che i pasdaran utilizzano talvolta per compiere operazioni che vanno al di là della legge.

L'autenticità del documento su cui si basa l'inchiesta è stata confermata da un ex membro dell'intelligence della Repubblica islamica ma il governo di Teheran e le Guardie della rivoluzione non hanno risposto alla Bbc che chiedeva loro un commento.