Le proteste in Iran Rivolta e fiamme a Evin, il carcere dei dimostranti arrestati

SDA

16.10.2022 - 08:47

Gli scontri nella prigione di Evin non sono legati alle proteste in atto in tutto l'Iran, ha indicato la procura di Teheran. Nell'immagine una manifestazione a Teheran lo scorso 21 settembre.
Gli scontri nella prigione di Evin non sono legati alle proteste in atto in tutto l'Iran, ha indicato la procura di Teheran. Nell'immagine una manifestazione a Teheran lo scorso 21 settembre.
Keystone

Scontri e un incendio sono scoppiati al famigerato carcere di Evin a Teheran, dove vengono rinchiusi i detenuti i prigionieri politici e dove, secondo quanto si era appreso dopo il suo fermo il 28 settembre, si troverebbe anche un'italiana.

Centinaia di arrestati durante le proteste che hanno infiammato l'Iran dopo la morte della giovane Mahsa Amin sono rinchiusi in questo carcere, dove secondo le organizzazioni non governative (Ong) per i diritti umani viene anche usata la tortura.

Secondo l'ong basata a Oslo, in Norvegia, Iran Human Rights (diritti umani in Iran), «è stata udita un'esplosione». In un video diffuso dal canale social 1500tasvir si sentono persone che urlano «morte al dittatore».

Secondo diverse fonti, l'incendio è scoppiato dopo una rivolta di detenuti che ha interessato la sezione 7 del carcere. Testimoni hanno detto che si sono uditi spari e gruppi di persone si sono radunate nei pressi della prigione urlando slogan.

Secondo l'Agenzia di stampa della Repubblica islamica (Irna), che cita un alto funzionario della sicurezza, l'incendio è partito dalla sezione 7, quella dove si scontravano detenuti e guardie carcerarie. I rivoltosi avrebbero dato fuoco ad un deposito di vestiti, causando un rogo che, secondo le autorità, è stato domato dai vigili del fuoco. Secondo questa fonte, i detenuti ammutinati sono stati separati dagli altri, che sono rientrati nelle loro celle. Gli scontri e le fiamme avrebbero provocato otto feriti, secondo le fonti ufficiali.

Stando a testimoni, nel carcere sono state udite esplosioni e colpi d'arma da fuoco. La polizia ha sparato gas lacrimogeni anche contro le famiglie degli attivisti e degli studenti che sono stati arrestati durante le proteste che dalla morte della giovane Mahsa Amini attraversano il paese, e che si erano radunate intorno alla prigione. La polizia ha intanto bloccato le strade di accesso al carcere.

Teheran: scontri non legati a proteste

«Gli scontri nella prigione di Evin non sono legati ai recenti disordini», afferma dal canto suo la procura di Teheran, secondo quanto riferito da Irna.

La rivolta, secondo il pubblico ministero, sarebbe scoppiata ad opera di un gruppo di detenuti di un reparto in cui sono incarcerati «banditi e teppisti» che hanno provocato lo scoppio di un incendio nel magazzino degli abiti della prigione.

Biden: Teheran è opprimente

Il «governo iraniano è opprimente», ha detto il presidente degli Usa Joe Biden commentando la rivolta scoppiata nel carcere. «Ho un enorme rispetto per le persone che manifestano nelle strade», ha aggiunto parlando con i giornalisti al seguito in Oregon.

4 detenuti morti e 61 feriti

Nel frattempo, l'autorità giudiziaria iraniana Mizan ha comunicato che quattro detenuti sono morti e 61 sono rimasti feriti in seguito all'incendio, come riportano i media internazionali.

Quattro detenuti sono morti per aver inalato il fumo provocato dal rogo, ha reso noto Mizan, aggiungendo che dei 61 feriti quattro sono gravi. Circa 70 altri prigionieri sono stati tratti in salvo.