Guerra in Medio Oriente L'UE lancia un ponte marittimo per Gaza, ma il porto non c'è

SDA

8.3.2024 - 19:43

Un ragazzo palestinese in piedi tra le macerie di una casa distrutta a seguito di un attacco aereo israeliano, a Deir Al Balah, nel sud della Striscia di Gaza.
Un ragazzo palestinese in piedi tra le macerie di una casa distrutta a seguito di un attacco aereo israeliano, a Deir Al Balah, nel sud della Striscia di Gaza.
KEYSTONE

L'iniziativa di un corridoio marittimo per portare gli aiuti umanitari internazionali a Gaza inizia a prendere corpo (nome in codice: Amalthea). Proposta per la prima volta da Cipro nel corso del Consiglio Europeo di fine ottobre, per mesi se n'è parlato sottotraccia, alla luce delle chiare difficoltà operative (a Gaza non c'è un porto).

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden però, rivolgendosi agli americani nel discorso sullo stato dell'Unione, ha detto di aver incaricato le forze armate di costruire un molo galleggiante proprio per consentire la consegna degli aiuti. E improvvisamente sono successe cose.

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, oggi a Cipro ha infatti annunciato la nascita imminente del corridoio, già domenica prossima. Ma i dettagli restano fumosi.

Già perché l'approdo a Gaza continua a non esserci e la marina Usa ci metterà, a quanto pare, «almeno un mese» per installare l'infrastruttura. Quindi? Non si sa.

Von der Leyen, dal centro di controllo europeo di Larnaca, accanto al presidente cipriota Nikos Christodoulides, ha fatto sapere che partirà «subito» un progetto pilota in collaborazione con l'ong americana World Central Kitchen, mentre appunto domenica sarà la volta del corridoio marittimo, coordinato da Nicosia.

«Gli aiuti andranno direttamente a Gaza»

«Per quanto capiamo gli aiuti andranno direttamente a Gaza», ha commentato un portavoce dell'esecutivo blustellato che però non è stato in grado di fornire ulteriori particolari. L'Unione Europea peraltro non è la sola ad affiancare gli Stati Uniti e Cipro in questa impresa.

In un comunicato congiunto si sono associati anche gli Emirati Arabi Uniti, la Gran Bretagna, la Germania, la Grecia, l'Olanda e l'Italia, come anticipato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.

«La situazione umanitaria a Gaza è disastrosa, con famiglie e bambini palestinesi innocenti alla disperata ricerca di beni di prima necessità», si legge nella dichiarazione.

«La leadership di Cipro è stata fondamentale per consentire questo sforzo congiunto per avviare un corridoio marittimo. Insieme, le nostre nazioni intendono basarsi su questo modello per consegnare ulteriori aiuti significativi via mare, lavorando in coordinamento con la coordinatrice senior delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari e la ricostruzione a Gaza Sigrid Kaag: gli sforzi degli Emirati Arabi Uniti per mobilitare il sostegno all'Iniziativa porteranno alla spedizione iniziale di cibo via mare alla popolazione di Gaza».

Un metodo né pratico né sostenibile nel tempo

Christodoulides ha dichiarato che il corridoio marittimo mira ad «aumentare la consegna» degli aiuti, integrando le altre rotte e i lanci aerei, giudicati dall'Ue stessa come «l'estrema opzione» per alleviare le sofferenze dei palestinesi. Che non si tratti di un metodo pratico né sostenibile nel tempo è dimostrato dal drammatico incidente odierno, in cui hanno perso la vita almeno cinque persone, a Gaza, a causa della mancata apertura dei paracadute.

Israele, dal canto suo, ha accolto con favore l'apertura del corridoio marittimo. «L'iniziativa cipriota consentirà l'aumento degli aiuti umanitari alla Striscia, dopo un controllo di sicurezza secondo gli standard israeliani», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Lior Haiat su X (ex Twitter).