Guerra in Ucraina Lavrov: «500 anni di dominio occidentale stanno finendo»

SDA

10.12.2023 - 20:09

Il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov (foto d'archivio).
Il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov (foto d'archivio).
KEYSTONE

Il dominio dell'Occidente sta finendo dopo 500 anni e al suo posto sta emergendo «un mondo multipolare»: lo ha detto il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov al forum di Doha, dove è intervenuto da remoto e ha parlato della situazione internazionale, anche della guerra in Ucraina.

10.12.2023 - 20:09

Dalle attività delle truppe russe in prima linea «dipende il futuro dell'intero paese», ha ricordato il presidente Vladimir Putin dopo la cerimonia di consegna delle medaglie con la stella d'oro agli eroi della Federazione: «L'Occidente ha cercato di indebolire e schiacciare la Russia, ma questo non accadrà mai», ha avvertito.

Il conflitto, in realtà, è in una fase di stallo, ma lo zar vuole ottenere almeno un successo sul campo da poter vantare agli occhi dei suoi elettori. Secondo il think tank statunitense Institute for the Study of War, infatti, Putin ha dato l'ordine di prendere Avdiivka prima delle elezioni di marzo.

La città del Donetsk, diventata simbolo della resistenza ucraina nei primi mesi dell'invasione, è sotto assedio da metà ottobre e continua a esserlo ancora oggi nonostante le condizioni meteo pessime dovute all'arrivo dell'inverno: «Le truppe russe attaccano 24 ore su 24, in media lanciano 30-40 bombardamenti massicci al giorno cercando di conquistarla in tutti i modi», ha riferito il capo militare della città, Vitaliy Barabash.

Per Kiev il conflitto non è facile

Cannoni, razzi, artiglieria e attacchi con i carri armati accompagnano l'assedio, ma non evitano le perdite tra i soldati del Cremlino che, stando a quanto riferiscono gli ucraini, sono superiori del 25% rispetto a quelle registrate durante la battaglia per Bakhmut.

Per l'Ucraina, comunque, il conflitto continua a non essere facile. Per l'intelligence britannica il massiccio attacco missilistico lanciato giovedì dalla Russia ha segnato l'inizio di un'offensiva per indebolire le infrastrutture energetiche del paese.

Ma è soprattutto il fronte orientale a preoccupare, come ammette lo stesso comandante delle forze di terra di Kiev, Oleksandr Syrsky: «La situazione operativa a est rimane difficile. Il nemico continua a condurre azioni offensive lungo l'intera linea del fronte», ha sottolineato il capo militare ucraino rivendicando però di avere l'organizzazione «per garantire la stabilità della nostra difesa, salvare le vite dei nostri soldati e assicurare un uso razionale delle munizioni».

Di una soluzione diplomatica neanche l'ombra

Se sul campo di battaglia la situazione tra Ucraina e Russia è di stallo, dal punto di vista diplomatico è assolutamente inesistente. Nei giorni scorsi indiscrezioni avevano riferito di colloqui segreti tra i due capi di stato maggiore, Valery Zaluzhny per Kiev e Valery Gerasimov per Mosca, ma le notizie sono state presto smentite.

Per una soluzione politica del conflitto «dovreste chiamare il signor Zelensky», ha ironizzato Lavrov ricordando che il presidente ucraino «un anno e mezzo fa ha firmato un decreto che vieta qualsiasi negoziato con il governo di Putin».

Intanto Volodymyr Zelensky cerca di allargare il fronte dei suoi sostenitori volando in Argentina per assistere all'insediamento del neo presidente Javier Milei, apprezzato per aver mostrato una «posizione chiara» sul conflitto. Il presidente ucraino ha avuto colloqui con i suoi omologhi di Uruguay, Ecuador e Paraguay, invitandoli a partecipare al prossimo forum sulla sua formula di pace.

Durante l'insediamento c'è stato anche il tempo per un breve dialogo con il premier ungherese Viktor Orban, che si oppone all'entrata dell'Ucraina nell'Unione europea ed è stato tacciato da Kiev di fare gli interessi della Russia.

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