Pentagon-Leaks L'intelligence USA: «Le forze speciali russe falcidiate in Ucraina»

SDA

14.4.2023 - 21:50

La guerra in Ucraina ha falcidiato le forze d'elite russe, le cosiddette 'Spetsnaz', e ci vorranno anni per rinfoltirne i ranghi, con gravi danni alle operazioni speciali di Mosca in tutto il mondo.

Nell'immagine illustrativa d'archivio le forze armate ucraine fanno esplodere delle mine lasciate dai russi.
Nell'immagine illustrativa d'archivio le forze armate ucraine fanno esplodere delle mine lasciate dai russi.
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Keystone-SDA

È la valutazione dell'intelligence americana contenuta in uno dei file del Pentagono trapelati in questi giorni di cui il Washington Post ha preso visione in esclusiva.

Nelle carte classificate, gli 007 Usa spiegano che quando Mosca ha lanciato l'invasione le unità speciali, che di solito vengono utilizzate in missioni segrete e ad alto rischio – tra le quali pare che a un certo punto ci fosse anche quella di uccidere il presidente ucraino Voldymyr Zelensky -, sono state mandate a combattere in prima linea dai generali russi, «scettici sulle capacità delle fanteria di vincere la guerra».

Il risultato per le Spetsnaz è stato disastroso, con un battaglione in particolare, il 22esimo, che ha perso il 90-95% dei suoi uomini. Una debacle catturata in due immagini che si trovavano tra i file top secret.

Due foto come prova

Nella prima, che risale al novembre del 2021, quindi mesi prima dell'inizio della guerra, si vede il parcheggio della base nel sud della Russia delle forze d'elite pieno di veicoli. Nella seconda, scattata esattamente un anno dopo, i mezzi sono quasi spariti e si percepisce un senso di abbandono.

Per gli analisti, le forti perdite nelle fila delle Spetsnaz hanno condizionato l'andamento della guerra sin dall'inizio impedendo ai russi di supportare le operazioni di combattimento convenzionali con tattiche segrete e piani speciali.

Materiale inviato in ritardo in Ucraina

Nei documenti classificati si parla anche del contributo dell'Europa al conflitto in Ucraina e dei ritardi di alcuni Paesi nella consegna delle armi.

In uno dei memo si legge che lo scorso 22 febbraio la Francia ha comunicato all'Italia che il sistema missilistico congiunto Samp-T non sarebbe stato pronto per essere consegnato alle forze di Kiev prima di giugno, ovvero in ritardo rispetto agli accordi siglati tra Roma e Parigi che prevedano l'invio del sistema per la difesa antiaerea «nella primavera del 2023».

Ancora, le carte rivelano che al 23 febbraio soltanto il 31% dei 200 carri armati promessi dall'Europa sono arrivati in Ucraina. Polonia e Slovenia, secondo l'intelligence americana, sono i principali fornitori di tank, seguiti da Francia e Gran Bretagna.

Mentre c'è una discrepanza sul numero di carri armati consegnati ufficialmente dalla Germania. A marzo Berlino ha annunciato di aver inviato 18 Leopard, mentre nelle carte si parla soltanto di quattro.

Dubbi sul ruolo dell'Ungheria

Discorso a parte meritano la Turchia, sospettata di fornire armi ai mercenari di Wagner, e l'Ungheria.

In un memo della CIA si legge che il 22 febbraio il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha definito gli Stati Uniti «uno dei tre nemici del suo partito». Un commento, osserva l'agenzia nel file, che rappresenta «un'escalation della retorica anti-americana» del premier.

Ma in altri documenti viene rivelato che, nonostante pubblicamente si sia dichiarata filo-russa e abbia rifiutato l'invio di armi, l'Ungheria potrebbe consentire segretamente agli alleati di utilizzare il suo spazio aereo per trasferire gli equipaggiamenti militari.