FranciaMacron apre alla gauche per formare il nuovo governo, ma i suoi lo bloccano
SDA
23.8.2024 - 19:33
Si apre qualche spiraglio nella lunga e inedita crisi politica francese, con i rappresentanti dei partiti convocati per una prima giornata di negoziati all'Eliseo. Emmanuel Macron proclama la sua apertura alle proposte della sinistra e il diritto di tutte le forze che hanno fermato Marine Le Pen con il «Fronte Repubblicano» ad ambire al governo.
Keystone-SDA
23.08.2024, 19:33
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In mattinata, arriva fino a «non escludere» la candidata del Nuovo Fronte Popolare, Lucie Castets, dalla possibilità di essere nominata premier. Ma nel pomeriggio, i Républicains e gran parte della sua stessa coalizione macroniana, lo bloccano: «Niente governo con La France Insoumise (LFI) oppure sarà sfiducia alla prima uscita in Parlamento».
La sinistra, in mattinata, ha definito costruttivi i colloqui, ed è già questo – dopo mesi di incomunicabilità – un segnale positivo. Soprattutto perché i socialisti, gli ecologisti, i comunisti e addirittura gli «Insoumis» di Jean-Luc Mélenchon, hanno apprezzato la promessa di Macron di un «cambiamento di rotta», una «svolta» rispetto alla politica condotta negli ultimi 7 anni dal presidente e dai suoi governi.
«Sono qui per ascoltare»
I rappresentanti del Nuovo Fronte Popolare erano 12 in tutto, di fronte a loro un Emmanuel Macron solo. Stando ai resoconti, il presidente ha parlato a lungo con Lucie Castets, l'alta funzionaria, responsabile delle Finanze al Comune di Parigi, che è stata finora l'unica figura proposta unitariamente al capo dell'Eliseo dalla sinistra, a poche ore dall'inizio dei Giochi Olimpici, il 26 luglio.
Macron aveva giudicato in quel momento irricevibile la proposta, ma oggi il presidente era decisamente più disponibile a discuterne. «Sono qui per ascoltare – ha affermato Macron – la mia priorità è la stabilità istituzionale». Molte le domande e le osservazioni fra Macron e la Castets, che come candidata premier era la portavoce della gauche.
I presenti hanno riferito che ad un certo punto, dopo aver chiesto quali fossero gli orientamenti del Fronte popolare per un governo, Macron ha posto la domanda cruciale: «Ci saranno anche rappresentanti de La France Insoumise?». La risposta è stata «sì». E il presidente ha capito che su quella affermazione i passi avanti nel dialogo si sarebbero fermati.
Il premier sarà nominato «in tempi rapidi»?
I rappresentanti della sinistra sono usciti piuttosto soddisfatti, a parte qualcuno fra gli «Insoumis» che contestava la pretesa di Macron di «selezionare» fra i candidati ministri della sinistra. Tutti hanno avuto l'impressione che il premier sarà nominato «in tempi rapidi».
Quando, nel pomeriggio, è stato il turno dei Républicains e del campo «macronista», la situazione si è irrigidita. La stragrande maggioranza di questi partiti ha messo in guardia il presidente: un'eventuale nomina della Castets, proposta dal Nuovo Fronte Popolare, non porterebbe affatto la stabilità tanto invocata, in quanto il suo governo verrebbe immediatamente «impallinato» da una mozione di censura.
Gabriel Attal, il premier ancora in carica solo per gli affari correnti, ha insistito sulla sua preferenza per «un patto d'azione per i francesi», una sorta di coalizione su un progetto limitato, che escluda comunque le estreme, Rassemblement National e LFI.
Di fatto, a fine giornata, Macron era tornato sulla posizione iniziale che escludeva una possibile nomina della Castets. Domani, seconda giornata di negoziati, che si concluderanno lunedì. Se non ci sarà la nomina di un premier, si ripartirà con un nuovo giro di incontri a partire da martedì.