Medio OrienteEcco come l'Iran ha trascinato gli Stati Uniti nel conflitto
SDA
12.1.2024 - 20:34
Dopo gli attacchi missilistici e i bombardamenti anglo-americani contro postazioni militari del governo filo-iraniano yemenita, rappresentato dal movimento degli Houthi, gli Stati Uniti sono ormai coinvolti a pieno titolo nella sempre più estesa guerra mediorientale.
Keystone-SDA
12.01.2024, 20:34
12.01.2024, 20:41
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Analisti della regione sostengono che i raid notturni di Washington e Londra dimostrano come l'amministrazione del presidente Joe Biden sia di fatto caduta nella trappola tesa dall'Iran, interessata a invischiare sempre più gli Stati Uniti nella ragnatela dell'Asse della Resistenza, guidato da Teheran e di cui fanno parte Hamas a Gaza, gli Hezbollah in Libano, i jihadisti sciiti in Iraq e, appunto, gli Houthi in Yemen.
In questo senso, il sempreverde slogan iraniano «Morte all'America! Morte a Israele» coniato decenni fa ma gridato oggi da migliaia di persone nella centrale piazza Sabain di Sana'a, capitale dello Yemen, sembra ora dare voce, più di mille altre volte nel passato, ad un quanto mai diffuso e genuino sentimento popolare in Medio Oriente nel considerare gli Stati Uniti e lo Stato ebraico come la duplice incarnazione del «Grande Satana» su scala globale.
Washington «non cerca un conflitto con l'Iran»
Nonostante Washington abbia indicato nella Repubblica islamica il principale sostenitore delle forze Houthi, responsabili da metà ottobre di una serie di attacchi nel Mar Rosso contro il porto israeliano di Eilat e contro navi commerciali considerate legate a Israele, la Casa Bianca si è affrettata a dire che «non cerca un conflitto con l'Iran».
«Ma l'Iran – sostiene Jaber Aqil, analista dell'Oman – non è soltanto nello Stato iraniano, bensì in tutta la sua proiezione di hard e soft power dal Golfo al Mediterraneo, dallo stretto di Hormuz a quello di Suez, passando per Bab al Mandab».
«Tutti gli interessi americani e britannici sono da oggi un nostro obiettivo legittimo», ha affermato il Consiglio politico supremo degli Huthi in Yemen. E nella piazza Sabain di Sana'a migliaia di sostenitori del governo filo-iraniano hanno invocato «il jihad» contro Stati Uniti e Israele.
Poche ore dopo, il presidente dello Yemen appoggiato da Teheran, il generale Mahdi Mashat, pronunciava un discorso alla nazione dai toni apocalittici: «Il sangue yemenita è prezioso... l'America e la Gran Bretagna pagheranno un caro prezzo».
L'attico arriva dopo una raffica di raid sulle capitali arabe
L'attacco anglo-americano su Sana'a e su altre città dello Yemen controllato dagli Huthi giunge dopo una raffica di raid statunitensi e israeliani su tutte le altre capitali arabe del Medio Oriente dove l'influenza iraniana è molto forte: Beirut, Damasco, Baghdad. Proprio dalla capitale irachena, due leader di influenti milizie sciite filo-iraniane hanno detto di aver mobilitato i loro uomini contro obiettivi americani e britannici nella regione.
«Potremo colpirli ovunque si trovino», è stato lo slogan pubblicato anche su un canale Telegram degli Hezbollah libanesi, citando una celebre frase pronunciata nel passato dal leader iraniano, l'ayatollah Ali Khamenei.
«Con gli attacchi in Yemen di questa notte – riprende Jaber Aqil – agli occhi di molte forze popolari nella regione gli Stati Uniti, Israele e i loro alleati sono ora finiti nel mirino in maniera ancora più giustificata e legittima di quanto non lo fossero prima... il conflitto continuerà a inasprirsi e ad allargarsi».