Guerra «Mosca può colpire nel Mar Nero», Nato e Kiev in allerta

SDA

26.7.2023 - 21:18

Un uomo lavora sulle macerie di un condominio distrutto dagli attacchi missilistici russi a Odessa in Ucraina, lo scorso 23 luglio.
Un uomo lavora sulle macerie di un condominio distrutto dagli attacchi missilistici russi a Odessa in Ucraina, lo scorso 23 luglio.
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Occhi puntati sul Mar Nero: è lì che la Russia potrebbe concentrare la sua offensiva sul grano. La Nato e l'Ucraina hanno fatto per la prima volta il punto su quello che potrebbe essere un nuovo capitolo della guerra.

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Mosca non solo si è ritirata dall'intesa sull'export di grano mediata da Nazioni Unite e Turchia bombardando ripetutamente le infrastrutture di stoccaggio dei cereali ucraini, ma ora potrebbe anche causare un incidente ad una delle centinaia di imbarcazioni civili che solcano l'antico Ponte Eusino. E l'Alleanza, dopo aver moltiplicato il pattugliamento sul Baltico, ha annunciato un aumento della vigilanza anche sul fronte sud-est.

La riunione del Consiglio Nato-Ucraina, la prima dopo quella inaugurale di Vilnius, si è concentrata sui diversi aspetti della crisi del grano, a cominciare da quelli militari. Poche ore prima a lanciare l'allarme era stato il Comando operativo Sud ucraino.

«Molte navi straniere navigano nel Mar Nero. La Russia potrebbe provocare una situazione insolita con un attacco a una nave straniera e incolpare l'Ucraina per questo», aveva affermato la responsabile per i media Natalia Humeniuk.

Nel mirino ancora il grano ucraino

Gli attacchi proverrebbero dalla Crimea e avrebbero tra i suoi obiettivi ancora una volta il grano ucraino. I rappresentanti degli Alleati e di Kiev, riuniti a Bruxelles, hanno sottolineato che «la nuova area di allerta della Russia nel Mar Nero, all'interno della zona economica esclusiva della Bulgaria, ha creato nuovi rischi di errori di calcolo e di escalation, oltre a creare seri impedimenti alla libertà di navigazione».

«Condanniamo il ritiro della Russia dall'accordo sul grano, la sua cinica arma della fame e le sue pericolose azioni nel Mar Nero. La Nato è unita», ha twittato il segretario generale dell'Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg al termine dell'incontro.

Mosca continua la sua strategia

Mosca, dal canto suo, prosegue la sua strategia. A San Pietroburgo, Vladimir Putin sarà al forum Russia-Africa. La partecipazione dei leader africani, rispetto al vertice del 2019, è pressoché dimezzata e il Cremlino ha messo sotto accusa «la sfacciata ingerenza» dell'Occidente. Con i leader presenti, tuttavia, Putin punta a rafforzare la cooperazione e, forse, a vendere anche il suo grano.

Lo stop all'accordo per l'export di quello ucraino rischia infatti di mettere in seria difficoltà Medio Oriente, sud-est asiatico e Africa. Bangladesh, Kenya e Egitto sarebbero i Paesi più colpiti dalla crisi.

«Il cibo non può essere un'arma di ricatto, ed è per questo che sosteniamo l'accordo sul grano» tra Mosca e Kiev, ha sottolineato il vice premier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani chiudendo il vertice sulla sicurezza alimentare alla Fao.

Mosca esclude una nuova intesa

Mosca però ha già escluso qualsiasi apertura ad una nuova intesa. E l'Ue, nel mese di agosto, tenterà di mettere in campo un piano B, con più fondi ai trasporti che attraversano le Solidarity Lanes e moltiplicando le possibili vie d'uscita alternative per il grano ucraino: il Baltico e il confine tra Moldavia e Romania al momento appaiono quelle più percorribili.

Bruxelles, però, deve fare i conti con la trincea di Polonia, Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria: alla riunione dei Rappresentanti dei 27 in Ue, i 5 hanno ribadito la richiesta di estendere il divieto all'import del grano ucraino oltre il 15 settembre se non saranno trovate soluzioni che tutelino i mercati nazionali. Il 17 agosto i 5 Stati membri torneranno a vedersi per fare il punto.

I 27, nell'ultima riunione del Coreper prima dell'estate, hanno concentrato la loro attenzione anche sulla Bielorussia, dove si stanno ammassando i miliziani della Wagner. È stato dato via libera a nuove sanzioni contro Minsk. Una volta ratificata l'intesa, sarà colpito l'export di prodotti dual use e sarà allungata la black list europea di personalità e entità bielorusse.