Medio Oriente Netanyahu: «Nessun cessate il fuoco senza il rilascio degli ostaggi»

SDA

7.4.2024 - 14:45

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu (foto d'archivio)
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu (foto d'archivio)
Keystone

«Ho detto chiaramente alla comunità internazionale: non ci sarà cessate il fuoco senza il ritorno degli ostaggi». Lo ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella riunione di governo.

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«Questa – ha aggiunto – è la politica del governo israeliano e accolgo con favore il fatto che l'amministrazione Biden abbia chiarito l'altro giorno che questa è anche la sua posizione». «Vorrei chiarire ancora una cosa: non è Israele a impedire un accordo ma Hamas. Le sue richieste estreme hanno lo scopo di porre fine alla guerra e lasciare intatta» la fazione islamica, ha aggiunto.

«Arrendersi alle richieste di Hamas – ha continuato il premier che ha ricordato i sei mesi dall'attacco – gli permetterà di provare a ripetere ancora e ancora i crimini del 7 ottobre, come aveva promesso di fare». Poi ha sottolineato che Hamas «spera che le pressioni esterne ed interne spingano Israele a cedere a queste richieste estreme. Non succederà. Israele è pronto per un accordo, Israele non è pronto ad arrendersi».

«La pressione dovrebbe essere diretta contro Hamas»

«Invece di dirigere la pressione internazionale contro Israele, cosa che porta solo Hamas a irrigidire le sue posizioni, la pressione della comunità internazionale dovrebbe essere diretta – ha denunciato – contro Hamas. Ciò favorirà il rilascio dei rapiti». «Siamo determinati alla vittoria completa per il rilascio di tutti i nostri rapiti, per completare l'eliminazione di Hamas nell'intera Striscia di Gaza, compresa Rafah, e garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele».

«Questa guerra ha rivelato al mondo ciò che Israele ha sempre saputo: l'Iran è sta dietro all'attacco contro di noi attraverso i suoi delegati», ha poi aggiunto Netanyahu aggiungendo «dal 7 ottobre siamo stati attaccati su molti fronti dagli affiliati dell'Iran: Hamas, Hezbollah, gli Houthi, le milizie in Iraq e Siria». «Israele – ha concluso – è pronto, in difesa e in attacco, a qualsiasi tentativo di colpirci, da qualsiasi luogo».

Netanyahu ha fatto un appello «all'unità del Paese» denunciando, in riferimento alle manifestazioni in tutta Israele contro la politica del governo, che «in queste ore una minoranza estrema e violenta sta cercando di trascinare il Paese nella divisione». «Non c'è niente che i nostri nemici desiderino di più. Vorrebbero che la divisione interna e l'odio gratuito ci fermassero poco prima della vittoria», ha aggiunto.